28 ottobre 2012

IL DIRETTIVO REGIONALE DEL PARTITO SOCIALISTA DI PUGLIA...



Il DIRETTIVO REGIONALE
DEL PARTITO SOCIALISTA DI PUGLIA

Preso atto
dell’andamento delle vicenda politica nazionale e di quella che ha interessato la vicenda politica nazionale e di quella che ha interessato la Regione Puglia in particolare nelle ultime settimane come  illustrate dal Segretario regionale nella sua relazione;
dopo ampia riflessione, con voto  unanime

esprime adesione
 alla piattaforma politica Italia Bene Comune approvata dalla Direzione nazionale del Partito e, pur consapevole che avrebbe potuto essere maggiormente partecipata dai compagni di base, impegna il Partito alla mobilitazione per le primarie di novembre a sostegno di PIER LUIGI BERSANI

MANIFESTA
 preoccupazione e dissenso nei confronti dei vertici della Regione Puglia, e - con vivo rammarico - del Presidente Nichi Vendola per il persistente atteggiament
a)  di omettere di compiere scelte di governo, come da ultimo per il riordino del sistema istituzionale della Regione;
b)  di assumere  decisioni politicamente rilevanti destinate a spiegare effetti duraturi per la comunità regionale, come quelle attinenti il Patto di stabilità, prescindendo dalla preventiva condivisione con le forze di maggioranza del Governo della Puglia

FA PROPRIE
 le istanze e le preoccupazioni rappresentante nel corso del dibattito dai compagni sui temi della SCUOLA E DELL’ILVA di Taranto.

Bari, 26 ottobre 2012


22 ottobre 2012

Vittorio Potì ad un anno dalla scomparsa




Martedì 23/10/2012 h.11 Ricordo in Consiglio Provinciale Palazzo Celestini Lecce; h.18.30 Messa in suffragio Chiesa Madre Melendugno; h.19.45 intitolazione a Vittorio Potì della storica Sezione di Via Roma a Melendugno.
Saremo lieti di ricordare insieme ad amici e compagni una persona speciale e tanto cara per tutti noi.

Vi aspettiamo

PSI Melendugno

Malapolitica e questione istituzionale



 di GIANVITO MASTROLEO
 (Pubblicato da Corriere del Mezzogiorno del 21 ottobre 2012)

Quello che accade sul riordino istituzionale, se non paradossale, appare del tutto inefficace perché in sede nazionale, ma anche locale, sia assicurata più Democrazia.
L’emergenza dello spending review o della necessità di fronteggiare i vari casi di mala-politica e l’abuso di autonomia negli enti locali, regioni comprese, inducono a ricorrere alla legislazione di emergenza, com’è accaduto altre volte: per terrorismo e mafia, per sistemi elettorali e ordinamento delle autonomie locali (controlli, elezioni dirette, ma soprattutto poteri relativi) nel 1993 ai primi bagliori della tangentopoli d’allora.
Le cosiddette “riforme Bassanini”, da non considerare “sciagurate”, furono il frutto della stagione della Repubblica delle Autonomie e della sua cultura del Federalismo e dell’anti-centralismo a lungo maturata all’interno dei partiti e del sapere accademico: solo che stanno producendo effetti  quando invece la pre-condizione è del tutto cambiata.
Il senso della unitarietà dello Stato e dell’interesse generale, il suo ruolo nei processi di sviluppo democratico dovrebbero essere sempre a fondamento delle azioni e dei comportamenti ai vari livelli di governo e invece sono in discussione. I partiti hanno perso la funzione di rappresentanza della società, l’eletto esercita la sua delega più che in nome collettivo, come un potere autonomo che via via genera sempre più personalismo, individualismo, populismo.
L’interesse  per il territorio dell’eletto prevale rispetto a quello generale; il localismo, che l’elezione diretta ha esasperato in conseguenza del bisogno di consenso prevalentemente personale, ha preso il sopravvento; il diritto-dovere d’opposizione è esercitato in funzione solo di un veto.
Un insieme affermatosi nel Paese, come in sede locale, sicchè paradossalmente (speriamo di nò, naturalmente!) la Regione Puglia, abdicando alla precipua funzione di concorrere attivamente al riordinamento istituzionale, per non dispiacere, potrebbe prendersi  il lusso di non decidere, per dirla con Franco Botta; mentre esponenti di regioni del nord, che in questo momento avrebbero dovuto scegliere la via del silenzio, teorizzano con le macro-regioni, la morte del federalismo, come antidoto ad una gestione a dir poco disinvolta.
Di macro-regioni si parlò già a ridosso del loro avvento nei primi anni ’70, ma con argomenti e una spinta culturale ben distanti dalle miserie dell’abuso di autonomia dei gruppi consiliari:  quando il centro sinistra (se ne conservano tuttora gli atti), con Antonio Giolitti a capo della programmazione, pensava, fra l’altro, alle autostrade dei mari adriatico e tirreno per lo sviluppo dell’economia, dei servizi pubblici, per il divario nord-sud e per fronteggiare il dissennato sviluppo del trasporto su gomma di uomini e merci.
La risposta alla crisi di oggi, perciò, non è la legislazione d’emergenza, che ancora una volta non darebbe buoni risultati e risulterebbe vana, mettendo solo in discussione valori e principi che vengono in particolare dalla grande tensione ideale e culturale dei nostri Costituenti, ma una nuova stagione costituente a tutti i livelli: lo Stato come le Regioni.
In Puglia, presto oggetto di un vero terremoto istituzionale, d’intesa con la cultura, la politica dovrebbe pensare ad una forte iniziativa per analizzare tutte le questioni inerenti l’assetto delle istituzioni, e relativi poteri e funzioni, da consegnare al nuovo governo.
Nello Stato, affidando ad un’Assemblea Costituente la revisione della seconda parte della Costituzione, ma all’interno di un disegno organico che assicuri più Democrazia anziché la sua regressione, come sta accadendo.
Un’idea che si spera possa interessare chi si prepara, o si sia già candidato a qualcosa.

28 settembre 2012

Il socialismo italiano - 120 anni ben portati




 EVENTO VOLUTO DALLA "FONDAZIONE G. DI VAGNO (1889 - 1921)"

La Puglia ha dato un contributo significativo al Socialismo Italiano nel corso dell’intera sua storia. Una delle prime regioni dove già nel 1883 si stampa un Avanti, a Grumo in Terra di Bari, o a Lecce si pubblica Spartaco nel 1897, assieme a molti altri fogli d’ispirazione socialista; dalla quale Colella e Ancona partecipano al Congresso di Genova e Canio Musacchio fonda la Federterra; dove Sindaci socialisti conquistano molti Comuni; dove nel 1921 il fascismo decide l’assassinio del deputato socialista Giuseppe Di Vagno.

La terra dove il Socialismo rinasce già alla fine del 1943 dando vita ad una storia feconda e durevole lungo l’intero corso della seconda metà del novecento: con la presenza nella Costituente, nel Parlamento e nel Governo nazionale; la costituzione della Regione e del suo governo; la guida di importanti Autonomie locali; la direzione nazionale del Partito Socialista. “Il vento del sud” anche dalla Puglia gonfia le vele del socialismo italiano fino agli anni ’80-’90.
E’ stato quello che Nenni nel 1966 indica come “il partito dei lavoratori e il partito della Repubblica; il partito della pace e di ogni progresso; di ogni causa di giustizia, di ogni causa di libertà”; che ha avuto una importante “funzione storica” e mostra tuttora una “eredità” possibile.
Ancora oggi il socialismo pugliese, non meno che quello italiano, si pone “al servizio della Nazione” per srotolare il tappeto del progresso della sua gente, che la crisi ha drammaticamente riavvolto: il lavoro, i diritti sociali, un Welfare più diffuso e più giusto, l’uguaglianza, la laicità.

Il programma dell'iniziativa



venerdì 5 ottobre

ore10,00 - auditorium “J. Monnet”
Incontro con le scuole di Ostuni
GIUSEPPE DI VAGNO:
VITTIMA DELLA VIOLENZA STRUMENTO DI LOTTA POLITICA

Proiezione docufilm
“Lutto di civiltà”
di  Pier Luigi Ferrandini,
prodotto da  Apulia Film Commission

relazione di
Mario Gianfrate,
ricercatore della Fondazione Di Vagno
interviene
Pier Luigi Ferrandini,
autore e regista
ore 17,30  - biblioteca comunale
Saluto di
Domenico Tanzarella,
Sindaco di Ostuni

LE FONDAZIONI
PER IL SOCIALISMO ITALIANO

Gianvito Mastroleo
Presidente Fondazione Di Vagno

Presentazione di
“Avanti, la prima volta in Puglia”
(ed. Caratteri Mobili, 2012)
di Raffaele Cavalluzzi 

GIUSEPPE DI VAGNO
NELLA MEMORIA DEL SOCIALISMO ITALIANO


Proiezione docufilm
“Lutto di civiltà”
di Pier Luigi Ferrandini,
prodotto da Apulia Film Commission
Presentazione di
“Il Processo di Vagno, un delitto impunito tra fascismo e democrazia”
(ed. Camera del deputati, 2011)

Introducono e coordinano:
Vito Antonio Leuzzi e Giulio Esposito
relazioni:
Stefano Cavallo
avvocato
Augusto Conte
direttore di  “Quaderni”    



sabato 6 ottobre

ore 10,30  - biblioteca comunale

Saluto di
Onofrio Introna,
Presidente del Consiglio regionale di Puglia

Proiezione documentario
Il socialismo di Puglia fra ieri e domani Archivio storico della Fondazione Di Vagno
commento di
Cristiano Boccuzzi

L'EUROPEISMO NEL SOCIALISMO ITALIANO: STORIA DI UN'IDEA
relazione di
Giuseppe Abbracciavento
Fondazione Basso - Roma

IL PARTITO SOCIALISTA
NELLA STORIA NAZIONALE:
L'EMANCIPAZIONE DELLE DONNE E IL PROTAGONISMO DEI GIOVANI

coordina
Luigi Quaranta
Corriere del Mezzogiorno
intervengono
Pia Locatelli
pres. onorario Internazionale  socialista donne
Riccardo Nencini
segretario nazionale Partito socialista italiano


ore 16,30  - biblioteca comunale
Saluto di
Domenico Tanzarella
Sindaco di Ostuni

introduce
Sabino De Nigris
ricercatore della Fondazione Di Vagno

RIFORMISMO E CULTURA DI GOVERNO
NELL’ESPERIENZA SOCIALISTA
DEL CENTROSINISTRA

relazione di
Nicola Colonna
docente Università di Bari

I SOCIALISTI DOPO IL '92-'94
relazione di
Gennaro Acquaviva
Presidente della Fondazione Socialismo

SOCIALISMO E COMUNISMO:
STORIE DIVERSE, RADICI COMUNI.
DUE PAROLE FUORI CORSO?

un confronto tra
Emanuele Macaluso
(le Ragioni del Socialismo)
Aldo Schiavone
Istituto Scienze Umane - Firenze

modera
Silvio Suppa
docente Università di Bari


Nel corso della serata si eseguiranno
canti della tradizione socialista eseguiti da Chiara Liuzzi e “Arterà Ensemble” 
Ricerca a cura di Mario Gianfrate.

20 settembre 2012

Festa Socialista, Pellegrino: “è emerso un grande amore per l'Italia”






Una nota del consigliere regionale del “Gruppo Misto - P.S.I.” Donato Pellegrino.

“Si è appena conclusa la cinque giorni della ‘festa nazionale socialista’, che quest’anno ha festeggiato i 120 anni dalla sua nascita, nel parco dell’Arringatore di Pila, a Perugia, ma gli echi, ne sono convinto, condizioneranno inevitabilmente lo scenario politico italiano.
Cinque giorni di dibattiti e di confronti,  in risalto un grande amore per l’Italia ed in bella evidenza i giovani militanti che rappresentano il futuro della casa riformista e dei democratici come auspicato dal segretario del PSI Riccardo Nencini.
Il passaggio alle nuove generazioni secondo qualità e merito si deve fare al più presto con il fine di garantire alla politica italiana il giusto mix di gioventù, nuove idee ed esperienza.
Ospiti di riguardo Susanna Camusso, il presidente dell’UDC Pierferdinando Casini, l’ex guardasigilli Claudio Martelli e il segretario del PD Pierluigi Bersani.
Mi rammarica l’assenza del Presidente della Regione Puglia Niki Vendola.
Mi preme sottolineare la dichiarazione del segretario del PD, quando ha affermato che i socialisti italiani hanno il diritto di appuntarsi la coccarda per la realizzazione dello statuto dei lavoratori e che una figura come Gino Giugni non può essere dimenticata.
In verità molte sono le coccarde di cui può fregiarsi il Partito Socialista, una lunga storia, quella del socialismo riformista e del socialismo democratico che ha attraversato tutto il diciannovesimo secolo mentre la sinistra europea ancora lo percorre.
In Italia ed in Europa non c’è stata battaglia di libertà e di giustizia che non sia stata combattuta dai socialisti. Prima che la memoria storica venga meno, è bene raccontarlo alle nuove generazioni, bisogna dire loro che i socialisti europei spesso sono stati avanti di decenni rispetto agli altri soggetti politici come peraltro la storia insegna.
Fin dal 1896 Turati, nel suo primo discorso alla camera tracciò l’obbiettivo degli “Stati Uniti d’Europa”.
Noi del Partito Socialista ci proponiamo di fornire la bussola alla sinistra italiana che l’ha smarrita, per tracciare insieme la rotta di una coalizione, quella del centrosinistra, che punti senza indugi verso una politica solidale.
E’ evidente che in Europa si stanno affrontando sfide senza precedenti, recessione economica e disoccupazione crescente, aumenti dei prezzi degli alimentari e dei carburanti, abbassamento del potere d’acquisto, aumento della povertà, cambiamento climatico, minacce alla sicurezza dal terrorismo e dal crimine.
E’ in gioco una scelta tra partiti politici con idee completamente diverse per il futuro dell’Europa. E’ una scelta tra la nostra visione di un’Europa di progresso nella quale i cittadini, gli Stati membri e le istituzioni lavorino insieme per risolvere le questioni , o un’Europa conservatrice nella quale il futuro dei nostri paesi e delle nostre persone è lasciato nelle mani del mercato.
Il partito socialista europeo è impegnato a creare una società più giusta e più sicura, affrontando le sfide che abbiamo di fronte mettendo in primo piano le persone e la loro dignità.
Nessun paese è in grado di risolvere da solo problemi globali. La crisi economica è europea ed occorre un’azione europea concertata per gestirla, insomma l’Unione Europea è la connessione vitale nell’era della globalizzazione.
Facendo squadra con i grandi leader europei, per esempio con Hollande, potremmo sconfiggere, ancora una volta, i mali che di secolo in secolo si ripropongono, con vesti diverse, ma con lo stesso intento, quello di emarginare i più deboli.
Nel secolo passato il nazismo ed il fascismo con la grande guerra, oggi il razzismo, l’intolleranza, il separatismo l’antipolitica e infine, il peggiore di tutti i mali che sta affamando intere nazioni: lo strapotere dei mercati finanziari con le loro speculazioni selvagge, senza regole e senza morale, governati da mercanti di morte e disperazione senza volto e senza nome.
Dalla nostra festa è emerso un messaggio inequivocabile secondo il quale tra i valori primari dell’azione politica devono esserci l’onestà, la correttezza amministrativa e il rispetto del denaro pubblico. Le autonomie locali devono tornare ad essere un valore e non un peso ed una spesa aggiuntiva. E’ emerso anche che il centrosinistra è per noi socialisti, la nostra linea politica, in vista delle prossime elezioni politiche.
Dalle risposte date dal sondaggio “le primarie delle idee” attraverso i questionari consegnati al pubblico che ha partecipato numeroso, è emerso un sostegno forte e chiaro ad una coalizione tra PSI, PD e SEL, con l’auspicio di un’alleanza con l’UDC e, infine, il 62 per cento vuole un cambiamento di marcia, auspica un governo politico nella prossima legislatura.
Desidero concludere con uno slogan del 1947 ancora oggi attualissimo: non c’è Europa senza socialismo, non c’è socialismo senza Europa”.

Pellegrino: Si continua a morire di lavoro mentre di lavoro si dovrebbe vivere




Il consigliere regionale del gruppo Misto - Psi, Donato Pellegrino, ha diffuso la seguente nota:
"Nel corso di una imbarazzante ed animata discussione con un giornalista, a Conversano, il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, quasi a voler minimizzare le morti avvenute per tumore a Taranto, informa, l’intera comunità italiana, che di tumori si muore di più a Lecce che nella città ionica. Pleonastico è affermare che una notizia di tale portata, rilasciata peraltro da un autorevole Ministro della Repubblica, ha fatto il giro del web, scatenando le più disparate reazioni “gelando la comunità leccese”.
Non vorrei che le morti per tumore, avvenute a Taranto, siano dovute a cause ambientali a breve termine, mentre quelle nel leccese, siano dovute a cause ambientali a lungo termine, grazie all’azione combinata dell’ Ilva di Taranto e dell’Enel di Brindisi. Il resto lo producono i venti che ci trasportano, un fenomeno conosciuto dai più, oltre alla sabbia dell’altopiano libico, quando spira il libeccio, i veleni prodotti dalle fabbriche delle città limitrofe man mano che i venti ruotano.
I dati, a dir poco agghiaccianti, ci dicono che a Lecce, le morti per tumore superano del 22% la media nazionale e che tracce marcate, provenienti dall’impianto tarantino, sono state rintracciate a Tricase come ha dichiarato l’oncologo Giuseppe Serravezza. Lecce è la prima provincia d’Italia per numero di tumori al polmone con un crescendo che non lascia ben sperare.
A questo punto desidero rivolgere un risoluto appello all’ARPA affinché ci aiuti ad interpretare i numeri, a capire questo fenomeno e a trovare gli adeguati rimedi .
E’ facile immaginare il danno economico che è stato prodotto, dal punto di vista turistico,all’intera comunità salentina che ha fatto del suo splendido territorio e del suo cristallino mare una bandiera incontaminata. Una cosa è certa, che mentre in tutto il mondo si cerca un equilibrio tra la produzione industriale e l’ambiente, in questa regione si continua a morire di lavoro mentre di lavoro si dovrebbe vivere".