14 febbraio 2012

LEADERISMO, PARTITI E L’EUFORIA DI FACEBOOK

di Gianvito Mastroleo

font: Corriere del Mezzogiorno 14 febbraio 2012


Tocca ancora a Cassano aprire la strada per tornare alla politica con una riflessione sugli attori della scena contemporanea pugliese, e aprire la discussione: la quale, per essere efficace, avrebbe bisogno anche di concrete proposte operative.

La premessa è che le crisi dei partiti e l’eccessivo leaderismo non giovano alla politica e al governo delle maggiori istituzioni, dalla Regione al Comune di Bari.

Per passare al concreto andrebbe aggiunto che le decisioni più importanti delle istituzioni pugliesi sono ormai assunte dai loro vertici, se non dai singoli assessori; si sente raccontare di una diffusa frustrazione dei gruppi consiliari, o delle Assemblee nella stragrande maggioranza dei casi costrette ad approvare solo per necessità; un diffuso malessere traspare dai giornali sul Consiglio Comunale di Bari, in troppi casi costretto o a sedute deserte o alla plateale emersione in aula dell’insoddisfazione interna e, non a caso, quasi sempre su questioni urbanistiche.

Le nomine sono frutto di indicazioni personali, e non sempre coerenti con aspettative generali. Non ha retto alla prova dei fatti la presunzione di scelleratezza lottizzatoria di quelle fatte dai partiti e della virtuosità di quelle da editto del principe.

Su argomenti assai importanti per la Città pare che Emiliano si consulti con sé stesso, mentre sarebbe il caso che freni alcune esternazioni di troppo, giacchè alle smentite nessuno crede, e che stupiscono i molti che si attivarono per accreditarne candidatura e sostegno, guarda caso, presso quello su cui oggi lui dichiara di non credere più; i partiti, smentendo finanche quello del quale riveste funzione dirigente, ma dichiarando “hic manebo optime”!

La parola dunque, ora tocca ai partiti pugliesi e «se non ora quando»? Per verificare la loro capacità di invertire la tendenza e riscattare il loro ruolo e la funzione di concorrere, con efficacia partecipativa, al governo dell’intera regione, dando prova di saper smentire il segretario del PD Blasi, quando l’altro giorno denunciava senza mezzi termini che «i partiti hanno smesso di studiare e si sono dedicati a facebook».

Nel Parlamento nazionale tra molti tatticismi si sta provando a sostituire il Porcellum con una legge elettorale che riassegni all’elettore il diritto di scegliere l’eletto; se tutto andrà bene, ai primi del 2013 si compileranno le liste per selezionare candidati in base alla qualità, più che individuare la loro posizione nella lista.

Queste scelte toccheranno ai Partiti. Ma quali partiti?

Non certo i simulacri cui sono ridotti quelli di oggi, ma gruppi dirigenti profondamente rinnovati, capaci di formulare proposte di vero cambiamento, come da ultimo ha ammonito il Presidente Napolitano da Bologna e che «dei partiti come della politica occorre avere una visione non demoniaca, ma razionale e realistica».

Prendendo atto che il ciclo dei partiti carismatici e personali è concluso, dunque, è ora di aprire una grande stagione di rinnovamento dei partiti, grandi e piccoli, che deve concludersi entro i primi del 2013, con «partiti con più partecipazione, più democrazia, meno soldi e meno gestione nell’esercizio del potere dello Stato».

Sicchè potrebbe non essere eccessivo suggerire a Blasi, ma anche ai segretari regionali di tutti i partiti di Puglia,di inaugurare, e presto, un «tavolo politico regionale» per una costruttiva riflessione auto-critica e soprattutto per individuare un percorso, con metodo condiviso, da praticare all’interno delle istituzioni, dove, nessuno rinunciando alla propria posizione, tutti assieme siano capaci di mettere a punto una agenda di lavori sui temi strutturali dell’intera regione e affinchè, rinunciando alla euforia di facebook, si torni a studiare, come auspica Blasi, e si sia in grado di fare proposte e di esigerne la condivisione.

Poi, chi ha filo tesserà.