18 ottobre 2007

APRIAMO IL CONFRONTO - A caldo, dopo il voto di Gianvito Mastroleo

INVITIAMO TUTTI I COMPAGNI E I VISITATORI AL DIBATTITO. LASCIA UN COMMENTO.
Scrivo questi pensieri a caldo come si dice, sotto la spinta essenzialmente dell’affollamento delle piazze italiane, e pugliesi in particolare, per votare per il costituendo P.D.
Avremo tempo di analizzare i commenti sugli accadimenti nazionali e formulare giudizi più analitici e profondi.
Per ora limitiamoci a quelli che scaturiscono dalle impressioni per dire innanzitutto che la sinistra riformista, la cultura progressita mantiene straordinaria vitalità, ed all’occorrenza riesce ad esprimere le ragioni e i valori forti partecipazione democratica.
E quando si è trattato, come questa volta, di esprimere un voto per e non un voto contro (quando in particolare votò più contro Berlusconi che a favore di Prodi) l’ha fatto in massa, anche per paura di essere richiamata ad esprimere presto quello stesso voto contro.
E non dimentica l’unico viatico per risolvere i problemi della sua gente e del suo sviluppo la dipendenza dalla Politica, quella migliore.
Sicchè a quella Politica la gente chiede di tornare.
Alla politica intesa come bene collettivo ed interesse generale, ricerca del consenso intorno alle soluzioni utili per tutti, piuttosto che demagogia e populismo (di destra come di sinistra) peggio, qualunquismo e convenienze di individui o di ristrette oligarchie; politica comepartecipazione vera dei cittadini alle decisioni, riconoscimento dell’alleato, legittimazione dell’avversario: ciò che serve per superare questa fase della politica nazionale e preparare il futuro.
Le nostre città, dalle più grandi ai più piccoli comuni, infatti ha riscoperto il suo popolo attivo e reattivo, dopo il timore di averlo perduto: e anche la parola "partito" (piuttosto che un volubile movimentismo) rispunta finalmente da quella che più d’uno aveva temuto essersi trasformata in palude.



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A sinistra, sono in corso i lavori di tre Cantieri: Partito democratico, Costituente socialista, Sinistra Democratica.
A ciascuno di questi è utile la lezione che in tutt’Italia, ma anche a Conversano, ha dato la gente, respingendo la suggestione che la politica e lo spazio simbolico e significativo dei partiti, possa trasformarsi in vaffanculo.
Quell’allegoria comica e mediatica che in pochi giorni è stata distrutta da due eventi di pari importanza: il referendum sindacale sul pacchetto Welfare e la partecipazione dei cittadini alla nascita di un "partito nuovo".
La sfida che attende tutti: rinnovare i partiti e rinnovare la politica.



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Ma alla Costituente delle Idee, il cantiere del Partito socialista spetta qualcosa in più.
Approfondire e darsi una ragione di quello che è accaduto, sapendo che passato il clamore madiatico dal quale la nascita del P.D. è stata accompagnata i socialisti, se sapranno dare l’impressione di voler costruire davvero una cosa nuova, potrebbero trovarsi dietro la loro porta inattese richieste di ingresso: alle quali dobbiamo saper dare la risposta giusta, quella cioè di accogliere in una casa dove più che una ripulitura è stato fatto un radicale restauro e dove quello che è rimasto di intatto è il riferimento al Socialismo, quello storico italiano che ritrova la bussola del Socialismo europeo.
Ed allora sempre a caldo provo a mettre in fila alcuni argomenti di riflessione sui quali spero i compagni che possono vorranno dire la loro.



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Rino Formica lucidamente all’indomani della scesa in campo di Michele Emiliano pose tema forte, il conflitto di interessi nel quale un Sindaco in carica viene a trovarsi con la campagna elettorale per far eleggere prima sè stesso e poi il suo partito, continuando ad occupare lo scranno sindacale.
E poi, il tasso di democraticità di questo partito dove Veltroni e tutti i segretari regionali sono stati eletti non da una platea certa di iscritti ma dal primo passante per strada.
Emiliano, al quale giungano molti amichevoli auguri di buon lavoro, da una lato non potrà rinviare molto più in là di far sapere quello che pensa del suo nuovo partito in Puglia, anche se le prime parole pronunciate all’indomani dell’elezione sono francamente poco convincenti, dall’altro ha platealmente confermato quel conflitto di interessi istituzionale: aver portato, infatti, nella notte metropolitana barese – della quale quale era protagonista quale Sindaco - Piero Fassino, e cioè il segretario di un Parito, a spasso per la città mettendolo in condizioni di arringare le folle prima nel Gabinetto del Sindaco di Bari e poi dal o nei pressi del palco di Piazza Prefettura che era stato allestuto con i soldi del Comune, per far votare quel partito non è stata una bella prova di rispetto istituzionale e di capacità di saper distinguere la funzione politica, esercitata in nome di una parte, da quella di Sindaco, esercitata in nome di tutti.
Di più: come Michele Emiliano, Walter Veltroni ma anche altri in Italia, esercitando la funzione di Sindaco potrà svolgere anche quella non meno impegnativa di guida di un partito che, dopo aver espresso i primi vagiti, deve presto diventar grande e presto potrebbe essere chiamato a prove impegnative.
Potrà conciliare le due cose, senza rinunciare all’efficacia della loro azione e senza che nessuna delle due attività ne risenta?
Penso di no, così come fa Cacciari, Sindaco di Venezia, che di quel mestiere se ne intende, che preconizza che Veltroni sarà costretto a dimettersi da Sindaco.
A nulla vale invocare l’esempio delle democrazie europee dove i leader politici sono innanzitutto Sindaci delle loro città, troppo diverse essendo quelle lontane realtà.
I grandi come i piccoli comuni francesi (o tedeschi) hanno un livello di efficienza di gran lunga diversa da quelli italiani dove il Sindaco – a Bari non meno che a Poggiorsini – è costretto ad occuparsi anche di cose marginali: e quando non lo fa si vede, e come!.
Il livello di efficenza delle burocrazie comunali europee dalle nostre parti è del tutto sconosciuto, per cui il Sidnaco francese o tedesco davvero può limitarsi a prestare alla sua città solo la sua immagine politica: da noi è diverso.
Emiliano dice che ce la farà, noi lo speriamo sapendo tuttavia che se accadesse il contrario i problemi non sarebbero solo di Emiliano o del P.D., ma anche nostri.
Infine, Emiliano è stato eletto con il 90% e passa dei consensi: auguri!.
Ma siamo sicuri che quella platea elettorale corrisponda al reale consenso del PD? Temo di no: risulta per certo che in alcuni Comuni il voto per il nascente PD sia stata usato da parte di oligarchie locali che nulla che hanno a che fare con quel partito per segnali o per giochi connessi alle sorti di amministrazioni locali in carica o in procinto di essere licenziate.
Donde l’altra domanda: se una platea indistinta ha eletto, meglio ha manifestato un plebiscito, per un segretario qual è l’organo deputato a revocare il mandato?
Siamo di fronte a manfiestazioni divera democrazia o si tratta d’altro?
E’ di questo che abbiamo bisogno mentre la crisi della democrazia italiana necessita di maggiore equilibrio fra i suoi poteri e comunque di recuperare efficacia ormai perduta?.



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Sono temi questi sui quali in Puglia, pur senza trascurare le grandi questioni che sono state affrontate a Roma, la Costituente delle idee del Partito Socialista deve occuparsi, per entrare nel vivo della nostra realtà.
Sono argomenti sui quali è opportuno aprire un vasto dibattito fra i compagni che coloro che sono dentro e fra coloro che si accingono ad entrare nella famiglia della Cosituente socialista.
Solo così si potrà essere di attrazione per fasce o per generazioni di incerti o di delusi, dimostrando di voler discutere con idee chiare, su cose concrete.
Per questo la Costitutnte Socialista dovrà mettersi subito al lavoro, chiamando la gente a collaborare, anche sull’onda emotiva della voglia di partecipare di quelle diecine di migliaia di cittadini che hanno fatto la fila e che interessano anche a chi è impegnato negli altri Cantieri, più discretamente, ma con non minore voglia e capacità.
In Puglia la tradizione socialista (qualche furbizia di troppo a parte) esprime numerose ed elevate energie intellettuali e morali: attende solo di essere sullecitata nella maniera giusta e su progetti grandi
Siamo consci. Infatti, che se la politica non s’occuperà della gente – come efficacemente ha ricordato D’Alema - presto sarà lei ad occuparsi della politica!

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