Un appuntamento non facile, giacché il clima de "U cap d’ann" non può aver scaraventato dalla finestra, come accadeva con un rito propiziatorio sempre più in desuetudine, i veleni che hanno accompagnato l’emersione, tuttavia prevedibile, del deficit della sanità.
La discussione si allargherà per investire l’intera vita politica regionale se è vero che se da qualche parte s’invoca un posto da acquisire o da avvicendare nella Giunta, per altri c’è il nodo irrisolto di un Capogruppo tuttora da individuare, e per tutti ci potrebbe essere l’idea sul ruolo dei partiti che ha il segretario del PD, il maggiore dell’alleanza: e cioè
Insomma l’idea leaderistica della politica solo qualche giorno fa bocciata da Biagio De Giovanni dalle colonne del Corriere, quando senza mezzi termini riconduce lo sfascio di Napoli alla deriva
A questa visione i partiti di maggioranza (ma non solo) devono rispondere, sapendo che allo stesso tavolo siederà il neo segretario del PD, che in una sorta di
Un mini conflitto d’interessi, con i rischi che il Paese conosce e che drammaticamente vive in altre situazioni, sia pure estreme.
Il ruolo dei partiti, dunque, nell’originale previsione costituzionale: che sarebbe il caso di mettere a punto quando se ne voglia celebrare non retoricamente il sessantennio.
Un altro tema emergerà a quel tavolo, sul quale occorre una riflessione anche revisionista, se possibile per cercare di correggere effetti d’innovazioni legislative degli anni ’90 che, forse solo nel Mezzogiorno, alla verifica dei fatti non hanno offerto buona prova.
Il tema attiene la concezione dell’
L’autonomia, spesso interpretata come vera e propria autarchia, prescindendo da ogni verifica di condivisione delle decisioni, che spesso porta a un uso improprio delle risorse.
Le riforme degli anni ’90 sul sistema dei controlli sugli atti, tuttavia, piuttosto che segnarne la totale soppressione introdussero novità per le quali forse non si era pronti: i controlli interni, in particolare di gestione e di produttività, ma per i quali preventivamente occorreva
Nella crisi finanziaria della sanità pugliese, accanto alla generosità del convenzionamento esterno, appare fallito del tutto il sistema dei controlli: fallito perché non ha funzionato, perché nessuno ne ha verificata l’efficacia, perché nessuno ha fatto emergere i suoi risultati, benché scarsi, almeno come deterrente verso un clima di assuefazione al lasciar fare.
L’Assessore promette che presto convocherà i vertici dell’ASL per indurli al rigore nei controlli: c’è da credergli, lo farà.
Con quali strumenti, se la
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