11 dicembre 2008

Cancellato il taglio alle scuole cattoliche .



di Francesco Scatigno

Dopo la protesta della Cei per il taglio alle scuole private (”scuole paritarie”) arriva il passo indietro del governo che dichiara che saranno ripristinati i fondi originari. Squallido inchino del governo al potere della Chiesa.
Non sono bastati milioni di studenti in piazza a far cambiare idea alla Gelmini o a Tremonti ma è bastata la minaccia di qualche vescovo, di aprire una crisi tra governo e vaticano, per rimettere in riga ministri e sottosegretari del governo. In quello che sta succedendo non c’è solo lo squallore di un governo servo di una gerarchia ecclesiastica ingorda e avara, ma l’irresponsabilità del governo della Repubblica Italiana nei confronti delle proprie scuole (e delle proprie strutture) e dei propri cittadini. Si lasciano così invariati i finanziamenti a scuole private, gestite da privati e di proprietà di privati (quasi sempre prelati) e si tolgono soldi alle scuole pubbliche frequentate dalla maggioranza degli italiani e da chi non può permettersi studi privati. Tutto questo nonostante la mancanza di soldi per l’edilizia scolastica e il passaggio al maestro unico che non ha funzionalità didattiche ma solo come obiettivo il risparmio economico (e la disoccupazione di professionisti educatori).
Questa si rivela una scelta azzardata, impopolare. Forse la gente comune si aspettava tagli alle scuole private per lasciare, magari, invariati i fondi alle scuole pubbliche che di soldi hanno bisogno per rimanere in piedi. Azzardata come l’iniziativa del governo di adeguarsi alle direttive europee per la quota I.V.A. delle pay-tv ma non si adegua, anzi risponde con altre leggi, quando si tratta di cedere le frequenze di Rete 4.
Pare, inoltre, che i finanziamenti alle scuole private siano incostituzionali (art. 33 della Costituzione).
Non ci resta che sperare (oltre che riflettere) che il governo si ravveda.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia il tuo commento