3 dicembre 2008

CRISI: DAL VENTO UN AIUTO ALLA RIPRESA DELL’ECONOMIA


di Savino Alberto Rucci



In questo periodo di crescente crisi economica i Governi di tutto il mondo stanno cercando nuove soluzioni che possano arrestare il trend negativo e favorire la ripresa dell’economia, spesso anche a costo di mettere da parte la salvaguardia dell’ambiente.

E’ questo il caso, ad esempio, del Governo Italiano che, considerando le politiche ambientali solo come una limitazione allo sviluppo, sta cercando di aggregare alla propria causa altri Paesi per chiedere a gran voce la “temporanea” sospensione degli accordi già pattuiti.

Personalmente trovo miope la visione di chi cerca a tutti i costi di contrapporre questi due valori, perché solo coniugando al rispetto per l’ambiente l’esigenza dello sviluppo economico si può ottenere davvero uno sviluppo economico sostenibile. E poi non dimentichiamo che da un sano utilizzo dell’ambiente possono scaturire benefici per la stessa economia.

In tal senso un recente studio congiunto di UIL e ANEV (associazione che raccoglie le aziende che operano nell’eolico) svela le potenzialità occupazionali e i benefici che l’investimento nel campo dell’energia alternativa possono portare all’economia. Si è calcolato infatti che a fronte dei 13 mila addetti all’eolico attualmente in Italia, se sfruttassimo pienamente le potenzialità del vento tenendo anche conto dei vincoli ambientali e paesaggistici, si potrebbe arrivare ad installare una potenza di 16΄000 MW in grado di fornire circa 27,2 TWh di elettricità e dare lavoro ad oltre 66 mila persone.

Ecco quindi un esempio pratico di come sostenere allo stesso tempo l’ambiente e l’economia, evitando cioè l’immissione di tonnellate di sostanze inquinanti nell’atmosfera e creando migliaia di posti di lavoro specialmente dove servono, visto che sempre secondo Uil e Anev a beneficiare maggiormente dello sviluppo eolico, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, sarebbero innanzitutto la Puglia con 11 mila posti di lavoro in più ed a seguire Campania, Sicilia e Sardegna.
Questo sarebbe un modo per creare non solo più occupazione, ma anche più qualificata ed in grado di intervenire in ogni fattore della filiera, dalla costruzione all’installazione e manutenzione dei macchinari.

Ma affinché tutto questo possa realmente avvenire bisogna innanzitutto combattere contro lo scetticismo dell’attuale Governo che proprio in questi giorni ha tagliato molti sgravi fiscali a sostegno dell'efficienza energetica e bloccato la costruzione di quattro impianti eolici proprio a largo delle coste pugliesi, contro chi in nome di un dannoso ultra-ambientalismo boccia qualsiasi proposta innovatrice senza se e senza ma, ed infine contro il tipico atteggiamento provincialista di chi non vuole che si faccia niente vicino casa propria, dimenticando che le royalities per la produzione di energia vanno proprio alle comunità locali interessate, che potrebbero utilizzarle per migliorare le condizioni di vita dei propri concittadini scoraggiando quindi lo spopolamento tipico dei piccoli paesini.

In conclusione ritengo che proprio in conseguenza della situazione economica negativa che stiamo attraversando bisognerebbe puntare maggiormente sullo sfruttamento delle energie rinnovabili per trovare realmente soluzioni valide e definitive invece di pensare di poter risolvere tutto solo lasciando libertà alle imprese di danneggiare irrimediabilmente l’ambiente che ci circonda.

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