3 febbraio 2009

Gianvito Mastroleo sul "caso Englaro".


Ieri sera Eluana Englaro è stata accompagnata in una clinica di Udine per quello che sarà il suo ultimo viaggio: quell’autoambulanza, sotto la pioggia battente, ha suscitato profonda tristezza, immensa solidarietà, grande rispetto per una tragedia umana che tale resta, comunque vista.
Sentimenti che dovrebbero indurre tutti, laici e cattolici, a raccogliersi nel silenzio per meditare sul mistero della vita e sui diritti negati dei singoli.
Invece ancora una volta si fa sentire la Chiesa con assordanti anatemi
: “fermate quella mano assassina” tuona il cardinale Barraca; “continuiamo a farla vivere” fa eco il vescovo di Udine.
A nessuno viene in mente, piuttosto, di richiamare tutti al silenzio, perchè dietro quelle decisioni c’è il dramma di una vita spentasi ormai da diciassette lunghissimi anni, e dell’amore di un genitore che si è battuto per difendere la libertà di sua figlia.
Ci saremmo aspettati che all’appello al silenzio e al rispetto siano indotti quei “laici-credenti” che, ormai oscurati nel PD, per meschine ragioni di bottega hanno rinunciato a battersi per la laicità dello Stato.
Gianvito Mastroleo