4 marzo 2009

SENZA ISTRUZIONE NON C’E’ LIBERTA’.


di Patrizia Bonaccorsi

I Socialisti per le Liberta’

Scelte di bilancio improntate a tagli indiscriminati riaprono il dibattito sulle “ sofferenze “ del sistema dell’istruzione. Adesso siamo arrivati alle generalizzazioni negative che mettono a rischio la ricerca e l’università.Con i tagli al finanziamento dell’università ne va della sopravvivenza della massima istituzione formativa del nostro Paese. E’ necessario protestare contro i tagli generalizzati alle università, che fanno cadere la mannaia del boia indistintamente su tutti gli atenei, senza alcuna considerazione del modo in cui questi hanno gestito le risorse pubbliche ricevute. Innanzitutto, spesso confondiamo il DL 137 del Ministro Gelmini e la L. 133/08 che è una manovra economica straordinaria del Ministro Tremonti ed è quella che riguarda universitari, docenti, dottorati e ricercatori mentre quella della Gelmini riguarda la scuola. Attenzione ! Sono ambedue 2 cose distinte ma entrambi delle mostruosità.Tralasciando le questioni minori come grembiule, voto in condotta, i ” Socialisti per le Libertà “, affermano che tutti debbono avere il diritto ad una istruzione pubblica e di qualità.L’università va riformata ma non certamente così, così si distrugge.Per quanto riguarda le elementari, stavano bene così, non dimentichiamo che l’Italia è sesta nella classifica mondiale per quanto riguarda la qualità dell’istruzione elementare.Con il DL. 133 l’Italia sta andando a rotoli, non si può togliere fondi alla ricerca. La ricerca è il futuro del nostro Paese, senza un’adeguata istruzione pubblica non sappiamo dove andremo a finire. Ricordiamo che, chi decide il tutto, i nostri politici, di questo se ne disinteressano, in quanto mandano i loro figli a studiare altrove ( America d Inghilterra), non tenendo conto di quei genitori che non possono permetterselo.Comunque, prima di tagliare i fondi alle università in maniera omogenea, va controllato la qualità del lavoro fatto dalle singole dal punto di vista della ricerca e dell’insegnamento.Quando si dovrà spartire la torta ( o un semplice pasticcino, con questa crisi economica !!) bisognerebbe dare più soldi a chi ha fatto bene e meno soldi a chi ha fatto male.Oggi la scuola costa 50 miliardi di Euro l’anno, l’università solo 10.Rispetto alla media europea abbiamo il 30% in più di insegnanti. Basterebbe risparmiare un po’ nella scuola per avere più soldi per l’università.Troppo spesso si fa una lotta contro l’emarginazione culturale, dando sempre più fondi pubblici per la cultura. Ci si deve abituare a dare i soldi a qualcuno che li userà per produrre cultura. E’ ora di finirla con l’ipocrisia delle associazioni o delle fondazioni. Perché queste ultime non possono essere finanziate dai privati ?I fondi pubblici per fare cultura devono essere dati all’istruzione, ovviamente spendere meno e alla lunga, in rigida applicazione della legge di Darwin, far sopravvivere i migliori.Ce ne sono tanti giovani di qualsiasi età che potrebbero essere i “migliori”, se venissero dati più fondi sempre secondo una valutazione obiettiva e seria.Arriveremo a questo ? In Inghilterra la valutazione esiste da 20 anni e le loro facoltà sono migliori delle nostre… Teniamo presente che investire nella formazione è una leva fondamentale, non solo per una crescita culturale, ma anche economica.La sfortuna di nascere povero in un Paese democratico, non deve diventare una colpa dovuta alla mancata istruzione!