11 marzo 2009

Sinistra :dal terremoto e dalle macerie una nuova fase.


di Lucia Blasi
Esecutivo Provinciale
Federazione PS Bari




Care compagne, cari compagni,

ci sono momenti nei quali riflettere prima di parlare sarebbe oltre che utile, doveroso. La sconfitta sonora del Partito Socialista è tale da trascendere tutti gli errori commessi e va ben oltre i demeriti personali di ciascuno di noi (che pure ci sono e sono tanti).




Sul campo restano solo macerie.
Ricostruire non sarà facile, soprattutto se l’asse portante dovesse ancora ruotare attorno ad una classe dirigente che è la causa di scelte politiche, non quelle ultime, ma quelle di un recente passato che sono state fatte per salvaguardare una ristretta cerchia di adepti e che nulla avevano a che fare con una vera strategia politica.
Le autocritiche da parte dei maggiori responsabili della disfatta, lasciano il tempo che trovano e non possono,
a mio giudizio, costituire alibi. Vanno considerate solamente come esercitazioni verbali di un “philosophari” che è stata la caratteristica principale di questi ultimi due anni di vita del Partito. L’ excursus servirebbe soltanto a soffocare la rabbia che vi è in noi compagni di base :
la Federazione con DS e Margherita , osannata e abbandonata con giustificazioni solo a pochi addetti , l ‘unione con i radicali decisa verticisticamente , portata a ratifica negli organi collegiali del Partito , sbagliata come sostenevano alcuni compagni , non già per le battaglie a difesa della laicità dello Stato e dei diritti civili , ma perché si correva il rischio così come purtroppo è avvenuto che i socialisti non si sarebbero sentiti più liberi di fare i socialisti e i radicali non più liberi di fare i radicali (bastava un ‘alleanza elettorale ) e in ultimo , aver voluto dare alla Costituente Socialista una valenza tattica e non strategica, con responsabilità ben individuate , hanno determinato, le difficoltà dello SDI e la scomparsa del non ancora nato PS.Cosa dobbiamo fare?La premessa che desidero fare è che la posizione del Partito Socialista riguardo alla concezione della politica non può che essere laica e che, conseguentemente, il PSE non può che collocarsi a sinistra.Detto questo , credo siamo tutti d’accordo : penso che bisogna lavorare ad un soggetto politico che metta insieme i piccoli partiti come il nostro che altrimenti rischierebbero di scomparire. Sono convinta che non ci sia altra via.In questo, ritengo- insieme ad altre compagne e compagni, che il movimento al quale ha dato vita il Presidente della Regione, Nichi Vendola staccandosi da Rifondazione Comunista , possa essere una opportunità giusta per i Socialisti per dar vita non solo ad un sodalizio elettorale, ma soprattutto un cartello di intenti per il futuro.

Ritengo che il Presidente Vendola abbia compreso che, in realtà, siano venute meno tutte le ragioni storiche del comunismo e con questo anche di Rifondazione .
Ritengo che il meridione, la Puglia in particolare, Bari, la sua provincia abbiano ancora bisogno di Sinistra, e cioè di una politica che metta al centro l’uomo, i suoi bisogni, la mancanza di occupazione, la carenza di servizi, e molto altro ancora, come solo i socialisti hanno saputo e -sono certa- continueranno a saper fare.
La mia formazione è legata alla tradizione socialista più antica , dove gli interessi e le finalità coincidono con gli interessi del partito e del rinnovamento operaio, il Socialismo mi ha insegnato ad amare la libertà e la giustizia e ad essere una persona libera. Ho imparato a individuare la dignità umana, a comprendere il rispetto reciproco, il senso dell’ innovazione che è tale se è progressista . Mi hanno insegnato a lottare contro ogni tipo di dittatura , imposizione,conformismo e a considerare gravi mali il massimalismo e l’opportunismo.
Ricordo ancora gli insegnamenti dei compagni più anziani delle nostre sezioni che mi incitavano a combattere ogni tipo di forma di discriminazione, ingiustizia, sopruso e privilegio.


Bisogna ricominciare da qui, dalla politica, dal ritorno ai nostri riferimenti sociali, da una nuova pratica dei bisogni e dell’antagonismo sociale puntando decisamente alla costruzione della nuova casa comune della “sinistra “ senza però impedire la discussione all’interno delle forze che la compongono, anzi aprendo noi la discussione, celebrando noi i congressi, riunendo noi gli organismi dirigenti.Soltanto, dunque, dando vita ad una lista unica e ad un progetto condiviso potremo continuare a portare avanti una sinistra moderna che non abbia come unico epicentro un PD, oggi irrimediabilmente disastrato.
In una situazione politica che, tra l’altro registra non solo la nostra difficoltà, ma che rimarca la gravissima crisi della sinistra, quella riformista e quella antagonista, nuovi scenari si potrebbero delineare, a patto che , come la storia insegna , il terremoto e le macerie determinano la necessità di chiudere con il passato per aprirne una fase nuova. Del resto , se non ora quando?