25 settembre 2010

La pioggia del 25 Settembre.


di Cristiano Boccuzzi

25 Settembre. Piove. Piove come l'anno passato. Piove come due anni fa. Scende una pioggia leggera ma percettibile, bagna le strade, umidifica i tessuti. Tocca tutti. Tenta, forse, di cancellare un crimine efferato. Tenta di portar via una pozza di sangue che ancora c'è. Non ce la fa. Non ce la farà. È una pioggia che di anno in anno diventa sempre più fioca. Si sta arrendendo alla grandezza di un ideale. Quello socialista. Un ideale talmente grande da necessitare di gambe forti per camminare. Le gambe di un Gigante. Buono. 89 anni fa moriva un uomo. Un uomo del Sud. Moriva la voce nel Parlamento “dei pezzenti e dei diseredati”. Moriva Peppino. Sparato con tre colpi di pistola, alla schiena, per mano fascista. " ... Povero il nostro Gigante Buono! Si è voluto uccidere in te il forte lottatore, Giuseppe Di Vagno, come per seppellire un'idea, per infrangere una Fede, e non si sono accorti, i miserabili, che la soppressione del tuo corpo ha preparato la tua resurrezione. Tu sei risorto. Eri un uomo ed ora sei un Mito. Sei sempre con noi, in noi e nelle nostre battaglie, e nelle nostre vittorie." Commentò così quella morte, qualche giorno più tardi, Giuseppe Di Vittorio.

89 anni fa non esistevo. Il padre di mio padre aveva appena 10 anni, eppure sento vicini quei giorni. Parlare del “Gigante Buono”, citarne il nome, mi consente di percepire sensazioni ed emozioni che sento quasi familiari. Non capisco come possa accadere questo. La storia insegna. Il racconto affascina. Le foto ne sono una prova intangibile. La politica non è la stessa. Per apprendere da queste, tuttavia, avrei avuto necessità di un interlocutore: il professore, il testimone, il fotografo, ma c'è qualcosa dentro me che mi unisce a Lui senza il bisogno di interloquire con nessuno. È una cosa che sento mia. Continuo a non capire come possa accadere questo. Fuori continua a piovere e l'aria diventa pulita. Si riesce a respirare un clima di freschezza. Ripenso a quei giorni. A cosa effettivamente possa essere accaduto. Al come. Ripenso alla loro politica. A come potessero essere. Ripenso a cosa avrebbe significato per me il poterli guardare negli occhi.

Torno in me e mi rendo conto di stare a guardare la pioggia in modo diverso: la pioggia del 25 settembre non vuole cancellare un crimine efferato, la pioggia del 25 settembre tenta di farci percepire il senso buono di ogni cosa. Il senso buono della vita. Il senso buono della politica. Il senso buono di questa Italia. La pioggia del 25 settembre tenta di dirci qualcosa. Tenta di trasmetterci quella grinta e quella voglia di gridare al mondo che ci siamo. Esistiamo e non ci arrendiamo. Non ci inchiniamo a nessuno per nessun motivo al Mondo. Io credo di aver preso una decisione: non voglio alcun interlocutore ma voglio continuare a bagnarmi della pioggia del 25 settembre.