1 aprile 2000

ONOFRIO INTRONA, UN SOCIALISTA PER LA PUGLIA

Questa è davvero la madre di tutte le battaglie: giungere alla imminente competizione elettorale non decimati, come alcuni vorrebbero, ma al contrario fortificati dalla consapevolezza che il Partito Socialista non potrà mai essere sconfitto.

Ed anche questa volta, il 13 ed il 14 aprile, ne usciremo a testa alta perché, pur nella consapevolezza che avremmo dovuto pagare un prezzo altissimo, il nostro glorioso passato, la nostra storia non le abbiamo messe in vendita.

E non sono in vendita nemmeno il nostro presente ed il futuro. Perché, in realtà, il Partito Socialista è l’unico vero partito rimasto in piedi; altro, rispetto ai movimenti politici di destra e di sinistra che si sono messi insieme alla men peggio nell’illusione di condividere lo stesso progetto politico.

Ma, di quale progetto stiamo parlando? Quello della destra, che già anni fa si è dimostrato fallimentare; o quello della sinistra che non è riuscita a governare tante sono state le beghe e le liti all’interno della coalizione?

La verità è che, per mettersi insieme, bisogna prima costruire un percorso; elaborarlo e condividerlo. Soltanto dopo si potrà parlare di casa comune.

Noi socialisti –non mi stancherò mai di ripeterlo- siamo rimasti coerenti con noi stessi, non smettendo mai di lottare per gli ideali che perseguiamo da sempre.

Ma, soprattutto, ponendo al centro della nostra attenzione, non già la politica, non già il raggiungimento di posizioni di potere –se fosse stato così avremmo fatto altre scelte- ma solo e soltanto la società civile e il bene comune.

Dobbiamo chiederci perché i nostri giovani hanno davanti a loro, nella migliore delle ipotesi, soltanto incertezza e precariato; perché lasciano sempre più numerosi le regioni meridionali, mentre al Nord e all’estero vengono apprezzati e valorizzati.

Peccherei di presunzione se affermassi che il Partito Socialista può d’un colpo porre rimedio a tutto questo. Non abbiamo, purtroppo, la bacchetta magica. Possiamo, invece, contribuire a ricercare soluzioni più radicali, ma soprattutto differenti dallo specchietto per le allodole che è il precariato, offerto dai soggetti che ci hanno fino ad ora governato. Possiamo e vogliamo impegnarci per dar vita ad una società più giusta, perché trionfi la meritocrazia; perché siano rispettati i diritti civili e perché la giustizia sia, come dovrebbe essere –al pari della legge- uguale per tutti.

E poi ancora, quanti morti sul lavoro! Ma, sul serio credete che un decreto legge possa fermare tutto questo? Non è che, invece, al di là delle leggi, che pure ci sono, bisognerebbe vigilare perché siano rispettate e, nel contempo, educare i nostri ragazzi sin dai banchi di scuola a non eludere le normative e quindi a non sottovalutare le protezioni che le norme impongono?

L’elenco delle contraddizioni che ormai in Italia la fanno da padrone potrebbe continuare. Ma non mi sembra il caso, anche perché ritengo che oggi la popolazione sia in grado di fare l’analisi di quello che accade senza che qualcun altro debba puntualizzare tutti i punti di debolezza di questa nostra Italia.

Vi chiedo, invece, un atto di fiducia allorquando andrete a votare. Ve lo chiedo come candidato alla Camera, ma anche come esponente dell’unico Partito italiano riformista ed europeo. Insieme a voi, vogliamo costruire una società più moderna e migliore.

Onofrio Introna


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