9 giugno 2009

Lettera Aperta di Gianvito Mastroleo al Segretario Regionale del PS.









Caro Lello,


t’indirizzo questa «lettera aperta» volutamente ad urne chiuse per un prima riflessione post elettorale non influenzata dai risultati; ma anche a seguito dell’intervista di Nichi Vendola di qualche giorno fa (Corriere della Sera 5 giugno, pag. 10.11) dalla quale si apprendono notizie che meritano d’essere considerate.
L’11 luglio, fa sapere Vendola, a Roma sarebbe convocata un «assemblea nazionale» per la Costituente di un nuovo partito della sinistra italiana.
Il quale partito, nel pensiero di Vendola, dovrebbe «mettere assieme per una grande sinistra socialismo riformista, ecologismo, comunismo berlingueriano, nuovo pacifismo, non violenza».
Noi socialisti sempre nel mese di luglio di qualche anno fa, e sempre a Roma, celebrammo un’altra assemblea costituente: poi sappiamo come è andata, per gli egoismi o le velleità dei singoli.
Legittimo, com’è ovvio, che i gruppi dirigenti decidano di convocarsi: un po’ meno se lo fanno senza una preventiva riflessione collettiva.
Soprattutto quando si vuole mettere assieme tutto quello cui pensa Vendola il quale omette di specificare (spero solo che sia sottinteso!) che la sinistra di cui abbiamo bisogno è innanzitutto una SINISTRA di GOVERNO.
Mi astengo da annotare per ognuna delle componenti che si vorrebbe mettere assieme presenta questioni che andrebbero chiarite in via preliminare, ma rilevo che se tutto ciò non fosse preceduto da un dibattito coerente con la nostra storia e con quello che noi pensiamo che debba essere la sinistra riformista per il XXI° sec., si rischierebbe di mettere assieme cose che assieme non possono stare, rinnovando l’errore storico compiuto dai DS e dai cattolici che hanno dato vita ad un nuovo «ircocervo».
Personalmente sono fra coloro che condividono la necessità che il socialismo italiano debba ormai uscire dal suo recinto identitario per esplorare un nuovo mare aperto, purchè consentendo alla sua cultura di sopravvivere, non di essere travolta.
Naturalmente non adotto come segnali negativi alcune difficoltà che sono insorte nel corso della recente campagna elettorale, ma richiamo quel che Vendola spesso rivendica nei suoi pur suggestivi interventi: il «racconto», la «rappresentazione» che per noi, fuori da ogni retorica, significano coerenza con il nostro «pensiero» e necessità di aggiornamento per un nuova governance del Paese e del Mondo, non tanto di presenze fisiche.
Per il che non mi pare che si avverta la necessità di «togliere il comunismo dalla nafatalina»: spero che la metafora appartenga a chi ha confezionato il titolo dell’intervista.
Tutto questo per segnalare ciò che anche a te non può essere sfuggito, non solo come Segretario Regionale ma anche come componente la Segreteria nazionale di questo tormentato Partito Socialista: prima dell’Assemblea cui fa riferimento Vendola è indispensabile convocare e far discutere i compagni, nel tentativo di elaborare non una generica CARTA di VALORI O di PRINCIPI, ma APPUNTI DI UN programma condiviso per unA sinistra riformista da mettere a confronto con i nostri interlocutori.
Caro Lello, non oso azzardare oggi cifre sulla presenza socialista nel corpo sociale regionale della Puglia.
Quello che so per certo che è che la forza che la crisi del 1992-94 aveva restituito si è andata progressivamente riducendo, per lo sviluppo della politica personalizzata che in verità non ha investito solo i socialisti e dalla quale è stata generata la crisi dei Partiti.
Credo che a noi che ne siamo stati le vittime maggiori tocchi più di tutti tentare di arginare la tendenza, cercando di restituire ai Partiti la funzione di «mediatori sociali» loro assegnata dalla Costituzione, assicurando innanzitutto dignità di analisi e di parola a quel che resta del nostro: e quel che resta dei socialisti temo che sia più fuori che dentro il P.S.
Un caro abbraccio che ti prego estendere a Nencini se dovessi pensare di far sentire anche a lui il sommesso pensiero di un socialista che vorrebbe restare tale, anche se in un «luogo» che avesse un altro simbolo.
Un fraterno saluto
Il 7 giugno ’09