5 gennaio 2010

ATTIVO PROVINCIALE DEL PSI LECCE .

La fase politica aperta dai risultati elettorali della primavera del 2008, che hanno visto il fallimento del tentativo di imporre con l’accordo Berlusconi-Veltroni un sistema bipartitico, trova una sua prima importante e decisiva verifica nelle prossime elezioni regionali del 2010.A fronte della esclusione dal Parlamento di buona parte delle forze della sinistra, riformista e di alternativa, che ha indebolito in maniera significativa la stessa azione di opposizione del neonato PD, si è registrata una tripolarizzazione del sistema grazie all’affermazione dell’UDC. In realtà vi sono perlomeno altri due soggetti in campo: la Lega e l’IDV, ma si tratta di forze che devono necessariamente allearsi e che svolgono una funzione di forte condizionamento all’interno delle loro alleanze.In questo scenario era evidente la necessità di una intesa fra l’area riformista rappresentata del PD ed i moderati di centro raccolti intorno all’UDC.Tanto più che in questo anno e mezzo di governo Berlusconi abbiamo assistito alla radicalizzazione degli elementi eversivi di una destra populista incarnata dallo stesso Presidente del Consiglio.Il quale, anche per ragioni di autotutela nei confronti dei numerosi procedimenti giudiziari a suo carico, punta in maniera sempre più evidente ad un sovvertimento dell’attuale assetto istituzionale trasformandolo in un sistema di tipo presidenzial-peronistico. Senza passare attraverso una fase Costituente che chiami gli italiani a pronunciarsi, come nel 1947, su una nuova carta che dovrebbe evidentemente prevedere contrappesi istituzionali di bilanciamento fra i vari poteri dello Stato, bensì con modifiche al testo della Costituzione vigente mirando a costruire un sistema a sua immagine.È intorno a questa visione che è andato manifestandosi un dissenso sempre più evidente fra questo disegno eversivo e quello di una destra, incarnata da Fini, di stampo conservatore europeo.Contestualmente nel PD, a conclusione del lungo percorso congressuale, è giunta a maturazione la contraddizione, presente in forma latente sin dalla sua nascita, fra una componente (ex margherita) più moderata, sui valori e sulla collocazione internazionale, ed una più marcatamente riformista.La vittoria di Bersani ha prodotto una prima frattura con la fuoriuscita di Rutelli seguito, sia pure lentamente e in forme talvolta silenziose, da una parte della componente uscita sconfitta dal congresso.Tutto questo lascia vedere un’area democratico-moderata in fase di assestamento che ha comunque già conquistato (con l’UDC) una propria autonomia politica sul piano della collocazione ideale, ma anche e soprattutto su quello elettorale.Una sinistra riformista, in questo contesto, non può che lavorare ad una alleanza con quest’area sul terreno della difesa della Costituzione e in generale della struttura della nostra democrazia repubblicana fondata sulla centralità del Parlamento contro derive presidenzial-popuoliste, ma anche e più concretamente su una comune prospettiva di governo.Era, ed è, questo il punto sul quale andava misurato il passaggio elettorale regionale del 2010. Un passaggio decisivo per aprire una fase politica nuova per il prossimo (vicino o lontano che sia) confronto elettorale politico. Ed anche, in via più ravvicinata per confrontarsi sui temi, nel caso la destra voglia veramente affrontarli, della riforma istituzionale.In questo contesto, quindi, avrebbe avuto senso un chiarimento in Puglia sul ruolo di Vendola come passaggio all’interno di una alleanza di respiro nazionale.Tutto, invece, si è svolto sul piano della contrapposizione personalistica fra leadership (più o meno credibili) se non del tatticismo più squallido con attori di pessima taratura (vedi Emiliano).In questo contesto politico, determinato essenzialmente da grande confusione all’interno del maggior partito della coalizione, in ordine alla candidatura alla Presidenza Regionale l’Attivo Provinciale ritiene che la fase del confronto su questo tema si debba considerare conclusa e che vada riconfermata la candidatura di Nichi VendolaIl governo regionale, pur con alcuni ritardi e qualche ombra, ha realizzato molte cose positive: a cominciare dal decentramento amministrativo con l’avvio concreto del trasferimento di competenze alle Province, nella Formazione Professionale, sulle tematiche Ambientali, nel sostegno alle Attività Produttive ed all’Agricoltura, nel sostegno alla Ricerca ed alle Università, nel potenziamento delle risorse sul terreno degli ammortizzatori sociali e nella stessa Sanità dove è stata avviata una riforma che ha intrapreso un diverso rapporto fra cittadini e sistema sanitario.I radicali cambiamenti del quadro politico nazionale e la situazione regionale impongono, quindi, una riflessione sulla leadership e sulle alleanze della coalizione che si presenterà all’esame degli elettori.L’area socialista, dopo le ultime esperienze elettorali, ha maturato la scelta di dare vita, anche per le ragioni dovute allo sbarramento elettorale, alla alleanza con Sinistra e Libertà. Pur mantenendo l’autonomia politica ed organizzativa il PSI non può sottrarsi allo sforzo di individuare i percorsi per allargare l’area della ricostruzione di un riformismo forte e di politiche laiche che non trovano rappresentanza nelle forze attualmente in campo.La nascita di SeL e la sua partecipazione alle prossime elezioni regionali, dopo la scelta organizzativa effettuata dal suo gruppo dirigente in questo fine settimana, è dunque un punto fermo dal quale riteniamo non si possa prescindere se si vorrà assicurare ai pugliesi una stagione di riforme, nel contesto di una legislatura regionale che dovrà disegnare il profilo di una grande regione con al suo interno aree e territori urbanisticamente, culturalmente ed economicamente molto articolati e diversi fra loro.L’Attivo Provinciale della Federazione di Lecce conferma la scelta dell’alleanza elettorale del PSI con SeL intorno ad un programma condiviso che dia forza e nerbo alla componente riformista dello schieramento al cui allargamento bisognerà continuare a lavorare.La responsabilità della gestione del confronto per arrivare a questa intesa grava in primo luogo sul gruppo dirigente regionale, il quale deve dare prova già in questi giorni di voler rispettare la volontà diffusa della maggioranza dei quadri socialisti che si è espressa per l’alleanza elettorale con SeL.

Lecce, 28 dicembre 2009
PSI - Federazione Provinciale di Lecce www.socialistisalento.it pslecce@libero.it