6 gennaio 2010

Cari compagni della Federazione giovanile,
avete espresso la vostra opinione in favore di Nichi Vendola e avete fatto bene, soprattutto perché, com’è nel costume dei socialisti, l’avete motivata con argomenti, più che solo con il sentimento o con il cuore.
E l’avete saputo fare mentre tutt’intorno c’è buio pesto, assenza totale di discussione, solo “tifo da stadio”, in particolare quando l’alternativa a Vendola appariva Michele Emiliano, quello sì un vulnus democratico, come voi non avete mancato di segnalare.
Debbo dirvi che anch’io, se si trattasse solo di “tifare” per uno o per l’altro avrei “tifato” Vendola: piace, affabula con le sue metafore spesso assai elevate, è colto (il che non guasta affatto), ha cuore, ha passione, è uno di sinistra, il miglior “pezzo della sinistra”, come dice Franco Cassano.
Qualità, tuttavia, che avrebbero dovuto essere messe sul “tavolo” di una discussione nella quale avrebbero dovuto entrare anche altri elementi: qui non è in gioco una partita, ma il governo di una Regione e, pochi hanno riflettuto o spiegato, la svolta che si vorrebbe dare al Paese rispetto al berlusconismo che potrebbe essere di fronte alla sua crisi incipiente, ma anche no, a seconda di come andrà la discussione sulle riforme istituzionali e in particolare quella sul cosiddetto “Presindenzialismo” che Berlusconi – accarezzandolo - ritiene realizzato ancor prima che sia introdotto nella nostra Costituzione.
Governo del Paese e Governo della Regione, dunque, un progetto complesso che potrebbe comportare anche il “sacrificio” di una persona purché il “progetto” di quella persona si ritrovi in quello più ampio affidato anche ad altri, ma nel quale tutti riescano a ritrovare il proprio ruolo per realizzare una strategia di lungo termine e di più ampio respiro.
Per dirla in breve: se Vendola - come persona non come progetto – dovesse essere utilizzato in un ruolo diverso per partecipare ad un disegno nazionale ampio e condiviso, nel quale sia incluso il suo progetto e per il quale fosse più utile un’altra persona, la democrazia politica questo non solo lo contempla ma lo consiglia.

Ma , il punto è la sede nella quale di tutto ciò si sia o si sarebbe dovuto discutere!

Quella sede sono i Partiti: ma partiti seri, autenticamente democratici (non i loro simulacri), dove ciascuno possa dire la sua, come appunto avete fatto voi, e dove altri avrebbero dovuto illustrare anche a voi le strategie e la loro convenienza politiche (non personale!) in nome dell’interesse generale:
più che per le aspettative o le ambizioni dei singoli, come malinconicamente appare sempre più evidente, al punto che nella riunione della Direzione nazionale del PD, non solo non si presenta il suo Segretario nazionale ma la decisione di affidare a Boccia il mandato esplorativo (su sé stesso, ma quando mai?....) è riservata al suo referente politico interno, On. Letta.
Facendo obbiettivamente un piacere a Nichi Vendola!

Questo è il punto, compagni, la democrazia politica e le sedi di discussione negate.

Debbo dirvi che in questo senso non mi è neppure piaciuta la recente intervista (ALTRI, di Piero Sansonetti del 18 dicembre) nella quale Nichi Vendola nella sostanza (dopo aver auspicato la riunificazione con Rifondazione!) affida il suo e il destino della Puglia solo al “suo popolo”: dimentico che il suo Congresso è finito da un pezzo!
Non è così: Vendola in questo modo sembra coltivare un berlusconismo rovesciato, dove plebiscitarismo e populismo la fanno da padrona e dove si consolida e si rilancia la politica personalizzata che, come ho scritto altre volte, è il cancro della politica contemporanea.
Invece, la candidatura del prossimo Presidente della Regione per una sinistra vincente avrebbe dovuta essere il frutto di un’ampia discussione che avesse messo al centro dell’attenzione, il progetto di Vendola e una rinnovata cultura politica e di governo, con una scelta di chiara impronta riformista che avesse tenuto conto della pluralità delle componenti chiamate a parteciparvi.
Pur senza rinnegare la positività complessiva di questi cinque anni di governo
, non ho lo spazio per discutere di tante scelte fatte che sono poco riformiste, dei tanti slogan che si continuano a pronunciare senza una discussione politica e tecnico-scientifica, della mancanza di verifica delle ricadute di una ingente quantità di risorse impiegate per politiche giovanili, per migliorare se del caso, la grande carica di innovazione politica che le ha ispirate.
Né del metodo di governo, spesso apparso troppo “settorializzato” e poco collegiale.

Nulla di tutto ciò è stato fatto e non per colpa solo di Vendola, naturalmente, ma essenzialmente per colpa di Partiti – in particolare di quelli che si definiscono riformisti - che ormai non ci sono più e che hanno preferito delegare il proprio ruolo agli “eletti” o ai “nominati”.
Insomma, un deficit di cultura politica e istituzionale di cui in questi giorni la Puglia, la sinistra (spero solo provvisoriamente) rischiano di pagare un prezzo altissimo.
Si riuscirà a recuperare in queste poche ore che rimangono?
Naturalmente lo spero fortemente, e per quel poco che personalmente potrò cercherò di esprimere all’interno delle poche sedi di discussione politica che restano aperte.
Fatelo anche voi, con le vostre idee e con quel poco che sono riuscito a esprimervi : ne trarremo beneficio tutti, se non per l’oggi (come tuttavia mi auguro, con voi tutti) per quel domani al quale tutti assieme dobbiamo guardare e che va ben oltre le singole persone e che per quel ci riguarda - pur con tutti i nostri errori e manchevolezze - ma forti delle nostre idee e della nostra passione dura da ben oltre un secolo.

Un caro abbraccio anche di augurio di Buon Anno a tutti voi, cari compagni, vera speranza del socialismo “in divenire”.
Bari 6 gennaio ’10
GIANVITO MASTROLEO