5 marzo 2010

"L’Italia che manca".Giovedì 4 marzo 2010.Conversano – Casa delle Arti.

Fondazione Giuseppe Di Vagno (1889-1921)
Associazione Presìdi del Libro

«L’Italia che manca»
Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia:
l’Italia è mai stata veramente unita?
Siamo ancora in tempo a «fare» gli Italiani?

Avviando già dal 2010 le manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la Fondazione “Giuseppe Di Vagno (1889-1921)” e l’Associazione “Presìdi del Libro” propongono un programma di incontri, approfondimenti e dibattiti sul tema. In maniera particolare, privilegiando una visuale particolare: l’unità d’Italia vista e raccontata a partire dal pensiero di Massimo D’Azeglio: «Il primo bisogno d'Italia è che si formino Italiani dotati d'alti e forti caratteri. E pure troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gl'Italiani.»
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Giovedì 4 marzo 2010
ore 17:00
Conversano – Casa delle Arti

Come si sono intrecciati nel Mezzogiorno all’epoca dell’unità nazionale i tre temi poi tra i più dibattuti nella storiografia successiva: trasformismo, collaborazionismo e annessionismo? Quanto il trasformismo è stato causa di debolezza della classe politica meridionale? Ci sono state forme di strumentalizzazioni di questa classe politica da parte delle leadership nazionali? La partecipazione del Mezzogiorno al progetto unitario si rivelò nei fatti come una forma di annessione? Quanto questi aspetti hanno inciso, dapprima sulla diffusione del brigantaggio, e in seguito sul mancato superamento delle disparità tra Nord e Sud e sulla “questione meridionale” come problema irrisolto del nostro Paese? Alla luce delle prossime celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità nazionale, in che modo andranno dibattuti questi temi per evitare letture troppo retoriche, o al contrario neoborboniche o filoscissionistiche, dell'unificazione italiana?
Se ne incomincerà a discutere a partire dal libro
L'inventore del trasformismo
Liborio Romano, strumento di Cavour per la conquista di Napoli
di Nico Perrone Rubbettino, 2009

interverranno Felice Blasi e Nico Perrone

Il libro
Che il conte di Cavour, maestro della tessitura diplomatica, avesse mandato un carico di fucili a Napoli, non lo aveva detto nessuno. Destinatario di quelle armi era stato il ministro di polizia borbonico, don Liborio Romano. Sembra incredibile, ma lo dimostrano i documenti pubblicati in questo libro. Liborio Romano aveva incominciato la sua attività politica in una setta carbonara, era stato per lunghi anni nelle carceri borboniche, in esilio e a domicilio coatto. Ma infine era riuscito a salire al rango di ministro di Francesco II. Per consegnare Napoli a Garibaldi, senza colpo ferire, si era servito dell'aiuto della camorra, ma con questa operazione temeraria aveva sbarrato il passo alla conquista da parte di Cavour. Aveva realizzato insomma un duplice tradimento, nei confronti del suo re e nei confronti di Cavour. Il trasformismo fu la caratteristica politica di don Liborio: alle origini dell'unità, proprio lui ne fu l'inventore nella penisola italiana. La storia di Liborio Romano prosegue con una trionfale elezione al parlamento del Regno d'Italia, ma Cavour, che non lo aveva perdonato, ne decise l'esclusione dal potere politico.

Nico Perrone
Saggista, storico e docente universitario italiano. È autore di libri e saggi apparsi in Italia, Danimarca e Stati Uniti d'America. Pubblica editoriali e articoli su quotidiani e settimanali italiani e svizzeri.

Felice Blasi
Giornalista del Corriere del Mezzogiorno si occupa di critica storica e politica, nonché di scienze economiche e sociali.


L’iniziativa è promossa dalla Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo