24 luglio 2010

Messaggio di Nichi Vendola per il congresso del PSI .


VENERDI' 9 LUGLIO 2010

Care Compagne ,Cari Compagni,


Sono sicuro che sentite anche voi come me crescere ogni giorno di più il bisogno di alternativa in questa nostra Italia di oggi. Il bisogno di una nuova moralità verso le istituzioni offese, di una nuova civiltà tra le persone a cui è stato tolto il rispetto, di una nuoca economia di fronte alla crisi globale che ci consegna, come in uno specchio rovesciato, gigantesche povertà da una parte e giganteschi arricchimenti dall’altra. E il bisogno di una nuova politica, che sia forma reale di democrazia, che spinga l’individuo ad uscire dall’angolo di quella “sola moltitudine” in cui ora si ritrova e lo faccia diventare popolo, soggetto protagonista del proprio umano destino. E una politica che produca governo della cosa pubblica, classe dirigente capace di assumere su di se il senso drammatico e grande della sfida. La sfida della dignità del lavoro produttore di ogni ricchezza “giusta”, dell’amore per la libertà fondata sul rispetto dell’altro, la sfida di una classe dirigente che attraverso la politica spezza e rovescia l’insensata corsa alla dissipazione delle mille narie risorse di questa sola terra che abbiamo. Dissipazione di futuro, di generazioni che verranno, dissipazione della bellezza di quel “vivere italiano” che le nostre madri e i nostri padri del sud e del nord, parlando dialetti diversi ma la stessa comune lingua del sudore e della fatica quotidiana, ci hanno fatto assaporare. Ecco perché mi piace pensare che il vostro congresso di oggii, il congresso dei Socialisti Italiani, abbia in comune con quello che Sinistra Ecologia Libertà terrà in autunno, una parola sopra tutto. Possiamo avere punti di vista, analisi, persino proposte diverse, come è giusto che sia tra forze diverse che forte, però, sentono il bisogno e il dovere di un comune spirito coalizionale. Ma se scaviamo insieme, se lavoriamo insieme, se costruiamo insieme, se arricchiamo insieme la parola “speranza”, se saremo capaci insieme di dare una speranza a questo nostro paese, allora troveremo un popolo che vorrà rimboccarsi le maniche e ricostruire.


Mi sono rivolto a voi chiamandovi “compagni”non per riaprire polemiche che peraltro trovo stucchevoli. E non solo perché so che così si chiamano in ogni angolo del mondo quelle donne e quegli uomini che compongono la grande famiglia socialista, verso cui ho rispetto, curiosità e interesse, sentendomi certamente di farne parte. Vi ho chiamato “compagni” semplicemente perché è questa la parola dell’incontrarci per essere insieme in una stessa storia, dividendo lo stesso pane.


Buon Lavoro e Buon Congresso
Nichi Vendola