25 luglio 2010

LA MATAFORA DEL VELISTA.

di GIANVITO MASTROLEO
Ho dubbi che pur formalmente investito di funzione dirigente all’interno del mio partito, l’aver personalmente partecipato (e volervi proseguire) ai dibattiti previsti a Monopoli (Masseria MELOGRANO) tra esponenti della politica con solo regionale (in programma fino al 31 luglio con Rutelli, Quagliariello, Emiliano, Caldoro e molti altri) sia una “notizia” per i compagni, al punto da essere oggetto di un “comunicato” meritevole di apparire da qualche parte.
Tanto meno, accorgendosi di “una pipì fatta fuori dal vaso”, di successiva rettifica: anche perché le rettifiche fanno solo ri-parlare, e dunque - benché involontariamente - amplificano i fatti, come la toppa sul tessuto fragile che riesce solo ad allagare il buco.
E’ il caso, a me pare, della notizia, poi rettificata, che alcuni ottimi compagni avrebbero (il condizionale … non è casuale!) partecipato all’eruzione delle Fabbriche di Nichi: una notizia francamente di scarso interesse, anche perché altri compagni che pure si sono affacciati davvero, si sono dispiaciuti per non essere stati citati.
La notizia merita attenzione se, invece, come sarei portato a ritenere, fosse stata data “a nuora perché suocera intenda”; e l’accaduto potrebbe assumere rilevanza politica rispetto alle regole con le quali si sta (o si dovrebbe stare) in un Partito.
Infatti, aver inserito nella rettifica quel “politicamente” e gli incarichi di partito di alcuni compagni non solo non annulla il significato originario di quel “delegazione”, ma lo peggiora, e di molto.
Intendiamoci, nessuno vieta a nessuno di partecipare – uti singulus - a manifestazioni e a dibattiti di altri movimenti o partiti politici: rammenterei a chi è troppo giovane o a chi ne fosse dimentico che nel terribile decennio tra la fine degli anni ’60 e ’70 i socialisti e il PSI furono assai duri con il PCI che espulse i compagni del “Manifesto” e quelli che si limitò a definire “che sbagliano” per la loro adesione ai movimenti, e dintorni!
Ma noi ci troviamo all’interno della discussione che attraversa tuttora il Partito sul rapporto con SEL, e sulla richiesta (e rifiuto) al PSI di sciogliersi; tema che peraltro Nichi Vendola, con la sua bella lettera inviata al Congresso del Psi di Perugia, ha definitivamente chiuso, riconoscendo al Psi il diritto di continuare come forza organizzata del Socialismo italiano, non nascondendo neppure di sentirne forte il “richiamo”.
Di fronte a questa situazione, a chi volesse essere più realista del re vorrei ricordare che
a) la partecipazione dei socialisti alle liste di SEL è stata il frutto di una valutazione di reciproca convenienza;
b) il riconoscimento di una presenza all’interno della “cabina di comando” della Regione per questa legislatura, ormai certamente “breve” (come il “secolo breve” che ci siamo appena lasciati alle spalle) prima che un doveroso riconoscimento alla persona è stata una non meno obbligatoria identificazione di un Partito che con i suoi voti ha contribuito al successo.
Ogni diversa interpretazione dei fatti, e conseguente atteggiamento, appartiene all’adeguarsi alla politica “carismatica e personalizzata”, e quindi alla sua crisi.
Ma tutto questo, ormai, passa in seconda battuta rispetto ai temi propri e ben più importanti della Politica.
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il Partito, infatti, profittando del Congresso regionale che spero si vorrà convocare entro settembre, deve presto discutere al suo interno sul alcuni temi:
a) la restituzione della politica alla sua funzione alta, tenendo conto innanzitutto della visione di Vendola e del pensiero dei socialisti,
b) le alleanze possibili, anzi necessarie, in vista delle prossime elezioni politiche e la loro natura: tenendo conto, ma in totale autonomia politica, sia della specificità della situazione pugliese, con i socialisti eletti in SEL, sia dell’ormai lanciata candidatura alle primarie di Nichi Vendola.
Temi che se affrontati nel PSI con pacata lealtà, nell’interesse generale e non all’interno della politica carismatica, aiuteranno l’unità politica del Partito.
I consiglieri regionali socialisti, con il consenso di (quasi) tutti, nel rinviare la discussione sul Gruppo socialista autonomo, hanno riaffermato il loro “essere” socialisti assieme alla loro “appartenenza”: su questo presupposto è legittimo per chiunque condividere o dissentire dalla corsa di Nichi, come hanno fatto il segretario regionale dei DS Blasi, ovvero Boccia o la Capano su fronti opposti, senza alcun bisogno di esibire “schieramenti”.
Il Congresso socialista pugliese definirà, “serenamente e pacatamente” (con il non dimenticato Veltroni!), la politica del Partito in Puglia, i rapporti con le altre formazioni in campo, e dunque anche con SEL, con un’analisi approfondita e meno politicista.
Diversi atteggiamenti, perciò, a tutto potrebbero servire tranne che ad assicurare una navigazione tranquilla al piccolo vascello socialista: tanto piccolo da richiedere a TUTTI a bordo di dare una mano, per aiutarlo a mantenere la “rotta”, non tenendo le gambe fuori dalle “murate di sottovento”, per evitare la “scuffia” (divagazione di un vecchio velista!).
Il quale vecchio velista si permette anche di suggerire a tutto il partito (come si vede non ricorro all’abusata antinomia “giovani-anziani”) di fissare subito i “punti nave“ da inserire nella rotta: di là dalle generiche e pur sacre enunciazioni, servono iniziative legislative condivise con i Consiglieri regionali, su
· modifiche dello Statuto e legge elettorale regionale, prevenzione dei conflitti di interesse in Regione,
· regole di democrazia interna dei partiti e trasparenza dei relativi bilanci come condizione per il finanziamento pubblico a livello regionale
· revisione della governance locale, con lo sfoltimento della relativa giungla istituzionale infra-regionale;
sui quali occorreva già “da ieri” aver avviato la discussione nel Partito per riportarla all’interno del gruppo di SEL.
Per non correre il rischio – come è già accaduto – di assistere a gattopardesche declamazioni, salvo poi assecondare il quaeta non movere: segrete speranze, secondo un copione già visto, ma del quale i socialisti hanno pagato il prezzo più alto.

24 luglio ’10


P.S. Naturalmente è lungi da me ogni spirito di polemica; auguro invece che (chiuso il primo argomento) si avvii di un’ampia discussione fra i compagni che si concentri concretamente sulle proposte per la Regione e sui temi della Politica, la crisi della sinistra e del PAESE.