Risposta alla “lettera di Nichi Vendola alla Lega dei Socialisti di Livorno”
Caro compagno Nichi,
circa una trentina d’anni fa, i socialisti si affannavano a cercar di convincere gli irriducibili comunisti che il futuro della sinistra italiana non poteva che proseguire nell’alveo delle socialdemocrazie europee, essendo ormai bocciata anche dalla Storia l’esperienza del socialismo reale.
Successivamente tu e Bertinotti, non vi accontentaste di criticare apertamente chi tra gli ex PCI guardava con attenzione alla Socialdemocrazia, e quindi ai socialisti, ma alla fine produceste l’ennesima scissione a Sinistra dando vita a Rifondazione comunista.
I socialisti, sin dai tempi di Filippo Turati, avevano capito che l’esperienza leninista prima e stalinista poi avrebbe condotto i popoli oppressi, dalla padella della tirannide aristocratico – borghese, alla brace della cosiddetta dittatura del proletariato.
Ma tu e il sindacalista Fausto, preferiste mettervi in proprio e andare contro la Storia piuttosto che lavorare ad una federazione di sinistra moderata e riformista. Vi era forse sconosciuta “la cultura politica dei socialisti” all’epoca?
Correva l’anno 1921 quando in Italia, a Livorno, si consumò la prima scissione tra i “social traditori” di Turati (così erano chiamati dai comunisti i socialisti riformisti) e i massimalisti che hanno seguito fin ai tempi nostri, il dogma che fu di Lenin prima e di Stalin dopo. Nonostante le purghe staliniane note “al Migliore”, i fatti d’Ungheria, della Cecoslovacchia e perfino della caduta del muro di Berlino!!
Tu, sei stato fino a tre anni fa uno dei più fedeli eredi e custodi di quell’irriducibile massimalismo. Mi fa piacere che oggi tu abbia cambiato idea e che riconosca, sia pur tardivamente, l’importanza del “patrimonio indispensabile” della … cultura socialista.
Proprio perché conosco abbastanza la tua provenienza storico -politica e le tue più o meno recenti evoluzioni, posso dirti con serenità e affetto che la “nostalgia del passato” di cui sei inconsapevolmente afflitto, non disgiunto da un ricorrente malvezzo ad ergerti “educatore” di coloro che nel passato hanno commesso chissà quali errori, tu la proietti sugli altri: i socialisti di oggi.
Caro Nichi, ciò che tu scopri oggi, noi, eredi di quei “social traditori” di Turati, l’abbiamo scoperto ben oltre 80 (dico ottanta) anni fa!
Oggi siamo contenti che tu sperimenti, con l’entusiasmo di un bambino, l’arte del coniugare la vocazione all’idealità con l’aridità del fare, cosa che per noi, significa necessità di GOVERNARE, perché soltanto governando si può tentare di migliorare la condizione dei più deboli.
Ricordati, comunque, che quando si governa si può incorrere in qualche errore …e tu, non fai eccezione!
Ricordati, che l’umiltà è una virtù (non un difetto) e l’orgoglio è un peccato grave perché acceca l’anima, come t’insegnava Don Tonino.
Non ritieni che oggi la Politica italiana sia afflitta da un esasperato personalismo e che il Paese ne stia pagando pesantemente il conto? Siamo proprio sicuri che a sinistra non si voglia adottare, ancora una volta, un modello desueto bocciato dalla Storia, una specie di guscio vuoto come lo fu il peronismo degli anni cinquanta o il berlusconismo degli ultimi quindici anni adottato dalla destra, con l’unica differenza del colore?
Non ritieni che la Sinistra debba riscoprire il valore dell’unità nel rispetto delle diversità come lo fu quella che sconfisse il fascismo e diede vita all’Italia repubblicana? E non ritieni che, tal volta, fare “il passo indietro” sia segno di maturità oltre che di responsabilità verso il Paese e non di debolezza?
Io penso che questo sia il vero cambiamento che il Paese si attende dalla Sinistra: la capacità di fare squadra, restituendo alla Politica il dialogo pacato e la capacità di mediazione. La Sinistra deve sentire e fare propria la necessità di coinvolgere nella partecipazione i cittadini che si sono allontanati dalla Politica e dai Partiti. E tu che sei cresciuto in un Partito ben comprendi l’importanza che questo ha nella formazione della coscienza civile di una persona e nella comprensione delle regole della Democrazia.
Il mio partito per la Libertà e la Democrazia, il Progresso e l’Emancipazione, l’Uguaglianza e la Solidarietà ha pagato alti tributi non solo di sangue, ma anche di consenso non esitando ad anteporre l’interesse del Paese al rischio di uscire sconfitti da una competizione elettorale. E questo è un patrimonio anche della nostra Storia recente verso la quale pretendiamo, non dico riconoscenza, ma almeno rispetto.
Con affettoCaro compagno Nichi,
circa una trentina d’anni fa, i socialisti si affannavano a cercar di convincere gli irriducibili comunisti che il futuro della sinistra italiana non poteva che proseguire nell’alveo delle socialdemocrazie europee, essendo ormai bocciata anche dalla Storia l’esperienza del socialismo reale.
Successivamente tu e Bertinotti, non vi accontentaste di criticare apertamente chi tra gli ex PCI guardava con attenzione alla Socialdemocrazia, e quindi ai socialisti, ma alla fine produceste l’ennesima scissione a Sinistra dando vita a Rifondazione comunista.
I socialisti, sin dai tempi di Filippo Turati, avevano capito che l’esperienza leninista prima e stalinista poi avrebbe condotto i popoli oppressi, dalla padella della tirannide aristocratico – borghese, alla brace della cosiddetta dittatura del proletariato.
Ma tu e il sindacalista Fausto, preferiste mettervi in proprio e andare contro la Storia piuttosto che lavorare ad una federazione di sinistra moderata e riformista. Vi era forse sconosciuta “la cultura politica dei socialisti” all’epoca?
Correva l’anno 1921 quando in Italia, a Livorno, si consumò la prima scissione tra i “social traditori” di Turati (così erano chiamati dai comunisti i socialisti riformisti) e i massimalisti che hanno seguito fin ai tempi nostri, il dogma che fu di Lenin prima e di Stalin dopo. Nonostante le purghe staliniane note “al Migliore”, i fatti d’Ungheria, della Cecoslovacchia e perfino della caduta del muro di Berlino!!
Tu, sei stato fino a tre anni fa uno dei più fedeli eredi e custodi di quell’irriducibile massimalismo. Mi fa piacere che oggi tu abbia cambiato idea e che riconosca, sia pur tardivamente, l’importanza del “patrimonio indispensabile” della … cultura socialista.
Proprio perché conosco abbastanza la tua provenienza storico -politica e le tue più o meno recenti evoluzioni, posso dirti con serenità e affetto che la “nostalgia del passato” di cui sei inconsapevolmente afflitto, non disgiunto da un ricorrente malvezzo ad ergerti “educatore” di coloro che nel passato hanno commesso chissà quali errori, tu la proietti sugli altri: i socialisti di oggi.
Caro Nichi, ciò che tu scopri oggi, noi, eredi di quei “social traditori” di Turati, l’abbiamo scoperto ben oltre 80 (dico ottanta) anni fa!
Oggi siamo contenti che tu sperimenti, con l’entusiasmo di un bambino, l’arte del coniugare la vocazione all’idealità con l’aridità del fare, cosa che per noi, significa necessità di GOVERNARE, perché soltanto governando si può tentare di migliorare la condizione dei più deboli.
Ricordati, comunque, che quando si governa si può incorrere in qualche errore …e tu, non fai eccezione!
Ricordati, che l’umiltà è una virtù (non un difetto) e l’orgoglio è un peccato grave perché acceca l’anima, come t’insegnava Don Tonino.
Non ritieni che oggi la Politica italiana sia afflitta da un esasperato personalismo e che il Paese ne stia pagando pesantemente il conto? Siamo proprio sicuri che a sinistra non si voglia adottare, ancora una volta, un modello desueto bocciato dalla Storia, una specie di guscio vuoto come lo fu il peronismo degli anni cinquanta o il berlusconismo degli ultimi quindici anni adottato dalla destra, con l’unica differenza del colore?
Non ritieni che la Sinistra debba riscoprire il valore dell’unità nel rispetto delle diversità come lo fu quella che sconfisse il fascismo e diede vita all’Italia repubblicana? E non ritieni che, tal volta, fare “il passo indietro” sia segno di maturità oltre che di responsabilità verso il Paese e non di debolezza?
Io penso che questo sia il vero cambiamento che il Paese si attende dalla Sinistra: la capacità di fare squadra, restituendo alla Politica il dialogo pacato e la capacità di mediazione. La Sinistra deve sentire e fare propria la necessità di coinvolgere nella partecipazione i cittadini che si sono allontanati dalla Politica e dai Partiti. E tu che sei cresciuto in un Partito ben comprendi l’importanza che questo ha nella formazione della coscienza civile di una persona e nella comprensione delle regole della Democrazia.
Il mio partito per la Libertà e la Democrazia, il Progresso e l’Emancipazione, l’Uguaglianza e la Solidarietà ha pagato alti tributi non solo di sangue, ma anche di consenso non esitando ad anteporre l’interesse del Paese al rischio di uscire sconfitti da una competizione elettorale. E questo è un patrimonio anche della nostra Storia recente verso la quale pretendiamo, non dico riconoscenza, ma almeno rispetto.
il compagno Francesco Mundo