4 febbraio 2011

Lettera aperta (alla discussione).


Care compagne e cari compagni,


la lettera aperta di Carlo Pinto contiene due elementi sulla visione del Partito che meritano di essere approfonditi: e dunque, essa non deve cadere nel silenzio, augurandomi che altri compagni vorranno intervenire già da ora.
Pinto ha un’idea di partito che condivido, giacchè entrambe le questioni poste riguardano i rapporti del Partito con la società e con le Istituzioni; in definitiva, il suo ruolo attivo e vigile nella società, le sue relazioni con il blocco sociale di riferimento e con le Istituzioni.
SINDACATO - La grave crisi che attraversa l’Italia, che investe con particolare acutezza il mondo del lavoro, non può non vedere i socialisti a fianco di chi quel mondo rappresenta, in primo luogo il Sindacato.
Non si tratta di schierarsi a favore delle posizioni in campo nel mondo sindacale, ma di rispettare la loro dialettica interna, far sentire innanzitutto ai lavoratori, ai precari, ai cassintegrati, ai disoccupati che il PSI è una forza tuttora pronta a rappresentare i loro interessi nel Paese e ovunque essi siano presenti nelle Istituzioni; se Partito o Sindacato avessero la pretesa di interferire nelle reciproche posizioni, entrambi ne violerebbero l’autonomia.
Nel sindacato c’è un grande dibattito a proposito della democrazia industriale e sindacale, che sarebbe un errore ridurre al referendum a favore o contro Marchionne o Landini; tocca al Partito rispettarlo, e fare in modo che la dialettica prosegua nella piena autonomia, ma contribuendo alla ricerca dell’unità del sindacato, perché solo dall’unità possono scaturire soluzioni per la piena dignità dei lavoratori e delle loro rappresentanze.
Il Partito ne deve discutere politicamente al suo interno, deve elaborare risposte utili per chi esercita responsabilità di governo: ma in ogni caso deve essere a suo fianco quando il mondo del lavoro per far sentire la propria voce scende in piazza e dare così il segno di una solida alleanza.
ISTITUZIONI - Va messo a punto il rapporto tra Partito e sue rappresentanze Istituzionali, riaffermando il suo primato politico nella elaborazione delle scelte, da adottare in piena condivisione, e che tocca agli eletti interpretare e contribuire a far attuare.
Il contrario sarebbe profondamente sbagliato, e contribuirebbe solo a rafforzare l’idea che la politica sia patrimonio individuale, piuttosto che condiviso. Anche se è accaduto, e continua purtroppo ad accadere il contrario, e non solo in casa socialista.

Tuttavia, occorre fare un grande sforzo, innanzitutto culturale, per invertire la tendenza,e restituire ai partiti la loro legittimazione, riconoscere agli eletti il loro ruolo, neutralizzare ogni tendenza alla personalizzazione della politica sia da parte dei dirigenti politici che degli eletti.
Su questi temi deve aprirsi negli organismi di Partito una discussione come mai è accaduto prima d’ora, che toccherà favorire a ciascuno di noi, in qualunque livello di responsabilità impegnato: se vogliamo davvero dare un contributo alla ripresa da parte del PSI del ruolo che storicamente ha sempre avuto, e che oggi deve riprendere anche per concorrere alla formazione della nuova classe dirigente.
Personalmente cercherò di impegnare il Direttivo del Partito eletto dal Congresso, confidando nel contributo di tutti i compagni, innanzitutto della Segreteria e dei Consiglieri regionali.

Un saluto cordiale a tutti.
Gianvito Mastroleo

Bari 3 febbraio 2011