25 novembre 2011

Congresso Provinciale PSI Terra di BARI

Documento approvato all'unanimità

L’Assemblea provinciale degli iscritti e militanti del PSI di Terra di Bari ,riunitasi nei locali della Federazione provinciale in data 18.11.2011,per discutere i temi politici contenuti nel Documento proposto dalla Segreteria Nazionale del Partito, “ PER AMORE DELL’ITALIA”, in vista dell’Assemblea Nazionale – Conferenza di Programma che si terrà a Fiuggi nei gg. 2,3,4 Dicembre prossimi, nonché per eleggere i delegati all’Assemblea regionale socialista, fissata per Domenica 27/12; dopo ampia e appassionata discussione, approva e fa proprio il documento proposto dalla Segreteria Nazionale del P., quale base di discussione politico-programmatica sulla quale il PSI sarà impegnato a costruire la propria linea d’ azione politica per il prossimo futuro.

L’analisi della crisi attuale del Paese, crisi economica da campanello d’allarme,crisi politica e crisi istituzionale dai risvolti sempre più difficili - come riflesso di un inquietante fenomeno internazionale che attiene al nostro rapporto con i mercati,istituzioni finanziarie,Europa, - trova riscontri non meno inquietanti in questi ultimi giorni, negli sviluppi clamorosi che si sono susseguiti, ad un ritmo sempre più incalzante, nel nostro Paese, a partire dalla crisi e dalle dimissioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.,fino all’incarico di formare un governo di tecnici,affidato a velocità supersonica al prof. Mario Monti, cui non è mancato l’appoggio della stragrande maggioranza del Parlamento,con eslusione della Lega Nord,dichiaratamente all’opposizione.

Va sottolineata la grande tempestività e determinazione con cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, preoccupato del crescente disagio prodotto dai segnali negativi ed inquietanti provenienti dai mercati europei e internazionali ed i conseguenti riverberi disastrosi sulla già difficile situazione economica e sociale del nostro Paese, ha speso tutta la sua autorità ed esperienza di uomo politico di lungo corso perché si avviasse,in tempi strettissimi, con il consenso del Parlamento e delle forze politiche e sociali, Sindacati e Confindustria, l’adozione da parte del nuovo governo presieduto dal prof.Monti, di misure rigorose di risanamento e di liberalizzazioni,di investimenti finalizzati al rilancio della crescita e dello sviluppo, all’introduzione di misure fiscali che non pesino sui redditi più deboli.E questo si vedrà. Come si vedrà se si tratterà di una decisa inversione di marcia, davvero capace di porre freno ai segnali crescenti di recessione economica e di crisi finanziaria, alla corsa verso il baratro.

Se grande e pressoché totale è stata l’adesione dei partiti e dei sindacati – con eccezione della Lega, chiusasi in un NO pregiudiziale e in’autoreferenzialità dovuta alla preoccupazione di emoraggie di consensi “nei territori padani” e nelle realtà del Nord – in una sorta di ritrovato spirito di collaborazione e di “unità nazionale” per affrontare l’emergenza, altrettanto diffusa è la sensazione in molti settori politici, trasversalmente collocati, nel nostro Paese ed in molti ambienti

Politici e dell’informazione europei, che la nomina di Monti a premier di un “Governo di soli tecnici”, in rapida successione alle dimissioni di Berlusconi, somigli un po’ ad una sorta di “commissariamento” del’Italia, può rappresentare una violazione del diritto democratico dei cittadini a determinare – attraverso il voto - ogni tipo di soluzione democratica all’emergenza; obbedisca a pressioni e manovre di centri di potere finanziario e condizionatorio internazionali che, utilizzando le difficoltà strutturali, nonchè politiche, del ns Paese a respingere un vero e proprio attacco speculativo e finanziario su ampia scala, mirasse a orientarne le scelte di indirizzo politico e di classe dirigente.

L’Assemblea provinciale del PSI di terra di Bari condivide in particolare l’idea di rilancio della presenza e della capacità di iniziativa politica che deve caratterizzare l’azione del Partito per il prossimo futuro, in una fase di vera e propria emergenza per l’Italia,l’ennesima,forse la più difficile degli ultimi trentanni, nella quale i socialisti, grazie anche alla loro storia, al grande patrimonio di idee e di esperienze acquisite nella lotta contro le ingiustizie sociali e in difesa dei diritti e delle libertà, ma anche nell’impegno di governo e di modernizzazione del Paese, devono ritrovare la capacità di essere punto di riferimento e di aggregazione. I socialisti devono far conoscere la loro proposta politica ,il “PROGETTO PER L’ITALIA” con la mobilitazione sui territori, promuovendo alleanze sociali e politiche su piattaforme programmatiche riformiste,avanzando proposte al Governo che rappresentino uno sforzo di mediazione rispetto ai programmi di risanamento e di razionalizzazione del sistema economico e finanziario, di riforma del mercato del lavoro, adeguatamente equilibrata da garanzie e certezze di sostegni e di reinserimento, di rilancio, quindi, del Welfare e del lavoro; di ridefinizione delle regole del mercato, attraverso la caduta di parassitismi che lo vincolano ad antichi privilegi delle professioni, alleggerendo il carico fiscale delle imprese,incentivando investimenti finalizzati all’assunzione di giovani. Quello dei giovani, dei loro problemi di fruibilità delle opportunità di studio e formazione professionale, di inserimento nel mercato del lavoro, deve diventare una cifra specifica dell’impegno e dell’azione dei socialisti a tutti i livelli, insieme ad un interesse più forte e più deciso in favore della condizione dei bambini e delle fasce deboli, le cui condizioni di disagio e sofferenza non sono mai state così diffuse ed in preoccupante aumento.

Il PSI , a partire dall’insediamento del nuovo governo, pur mantenendo un rapporto stretto di collaborazione/consultazione con i partiti e forze sociali interessati ad un’azione riformistica, non deve rinunciare alla propria peculiare autonoma caratterizzazione, in termini di proposta e iniziativa politica , guardando con interesse ai giovani che si impegnano e si mobilitano per cambiare la società, purchè tutto ciò non travalichi in azioni di violenza o non vada a scadere in atteggiamenti razzistici o teppistici.Da sempre le nuove generazioni - che in questo momento vivono una condizione d’incertezza e di frustrazione, per via di un capitalismo italiano incapace di innovarsi e guardare al futuro,di assicurare la valorizzazione del merito e dei talenti,nonché condizioni di lavoro dignitose - hanno giocato un ruolo determinante nei processi di cambiamento e di promozione di una nuova crescita civile, culturale, di costume; mai come oggi, rappresentano in più parti della società e della produzione, il nuovo su cui puntare ed investire,ma spesso sono costretti ad andare altrove.

I socialisti, pertanto, pur condividendo lo spirito che muove i giovani “indignati” di tutto il mondo, ne sostengono le ragioni, impegnandosi, forti della loro cultura e prassi riformista, non solo a dare voce ma soprattutto concretezza, con idee e proposte, con battaglie politiche riformiste .Ai giovani dobbiamo parlare presentando e facendo conoscere loro il ns “PROGETTO PER L’ITALIA”, ascoltarli e trovare con loro, con le associazioni della società civile e le forze sociali e politiche presenti sui territori, momenti di alleanza e di impegno comune, che servano a rendere credibile e possibile la conquista di una nuova stagione di equità e di libertà.

Ed è anche alla luce di quanto detto sopra, che appare a dir poco inspiegabile, a noi socialisti di terra di Bari, ma certamente a molti compagni di altre contrade, non solo meridionali, che nel Documento della Conferenza Nazionale di Programma in discussione a Fiuggi non vi sia spazio, né riferimento alcuno alle problematiche del Mezzogiorno d’Italia,e non di certo perché ciò deve rapprentare una sorta di “tradizione” da rispettare, o men che mai un richiamo rituale.Se pensiamo alle drammatiche condizioni a cui è stato ulteriormente ridotto, dopo circa un ventennio di irresponsabile abbandono e marginalizzazione, da parte di un combinato disposto di “nordismo” separatista e assalto alle risorse per imprese e opere infrastrutturali, elargite a senso unico, tagli a spese sociali e investimenti e vari,ecc.

Resta il quadro, alquanto sconfortante, anche se non privo di potenzialità e risorse, specie umane e professionali, di un Mezzogiorno in cui i problemi irrisolti del passato e le nuove emergenze,l’intreccio sempre presente di antiche e nuove povertà,l’altissimo tasso di disoccupazione, specie giovanile, la permanente emergenza criminalità e sicurezza – pur in presenza, va riconosciuto, di numerosi colpi ben assestati da parte dello Stato alle cosche – non agevola lo sforzo di quanti sono impegnati a ritessere la tela della speranza e della fiducia nella politica e nelle istituzioni democratiche.

Come socialisti,eredi cioè di un’antica e gloriosa tradizione meridionalista,mai lagnosa e vittimistica,propositiva e moderna, diciamo una volta per sempre che è questo pseudonordismo ad essere indietro coi tempi.Non ha ancora capito che IL MEZZOGIORNO E’ PROFONDAMENTE CAMBIATO,LE NOSTRE IMPRESE, I NOSTRI IMPRENDITORI, I NOSTRI GIOVANI TALENTI ARTISTICI E NEL CAMPO SCENTIFICO, I NOSTRI PRODOTTI AGRICOLI, IL TURISMO E L’AMBIENTE FANNO DEL SUD UN’ENORME RISORSA PER IL FUTURO DELL’ITALIA!

Nessuno più di noi socialisti è convinto - per essere stati la forza più determinata e coerente, guidati da un Nenni entusiasta e inarrestabile, nella battaglia per la Costituente repubblicana del ’46, quando si trattò di rifondare sulle ceneri del regime monarco-fascista, lo stato italiano su basi e regole assolutamente nuove e moderne - che per rinnovare il tessuto e le regole di questa nostra democrazia occorre una grande partecipazione e consenso popolare, che non si può procedere come si è fatto finora, da parte di tutti, chi più chi meno, governi e partiti di destra e sinistra, per piccoli ritocchi, lasciati al caso o alla convenienza ora di questo, ora di quello schieramento.Ne è prova il preminente impegno profuso da parte di costoro, nel corso di un quindicennio, nel solo cambiamento del sistema elettorale.E’ facile capire perché.

L’Assemblea provinciale di terra di Bari del PSI condivide pienamente, pertanto, e fa proprio l’obiettivo riproposto dal Documento nazionale, di rilancio della proposta socialista intesa a promuovere una “fase costituente”, che chiami i cittadini italiani ad eleggere una “ASSEMBLEA COSTITUENTE”, con sistema proporzionale, che ridisegni finalmente un nuovo Stato, introducendo modifiche e innovazioni condivise alla Costituzione le quali, senza assolutamente rinnegare lo spirito e la lettera della Carta costituzionale del 1948, proceda a introdurre i cambiamenti necessari a rendere le regole basilari della nostra democrazia più rispondenti all’Italia del terzo millennio, rafforzando così ulteriormente la nostra immagine ed il nostro ruolo di Paese moderno e civile in Europa e nel Mondo.

L’Assemblea provinciale di Bari registra positivamente i segnali di ripresa organizzativa e di militanza nel PSI in terra di Bari,a cominciare dalla nostra Città Capoluogo ,come dimostrano i dati relativi al Tesseramento 2011 che – va ricordato – si chiuderà il 31/12/01, che segnano una netta inversione di tendenza, dopo la fase di incertezza rappresentata dall’abbandono di dirigenti. L’aspetto positivo non è rappresentato unicamente dal dato numerico, quanto dall’intreccio di richieste di rinnovo da parte di vecchi iscritti e nuovi,specie giovani e donne. Segnali di una volontà di non mera resistenza, ma di volontà di continuare la battaglia socialista nel Partito dei socialisti, era già venuto, in occasione delle elezioni comunali della primavera scorsa, che ha visto eletti un sindaco e assessori e consiglieri comunali socialisti. Questi segnali positivi, ancorché insufficienti, ci confortano ovviamente, come ci conforta sapere che il Partito ha ripreso a crescere un po’ in tutta Italia, che nuove adesioni crescono.

Tutto ciò indubbiamente ci impone l’obbligo di militanti socialisti di Bari e Provincia, di accentuare i nostri sforzi, in particolare l’impegno organizzativo, di essere più presenti nel tessuto vivo dei nostri territori, laddove dobbiamo essere capaci di interpretare i bisogni dei cittadini e di essere loro voce, di rappresentare non solo punti di riferimento,ma centri di promozione di iniziative a cui la gente, i giovani, gli anziani,le fasce sociali più deboli,gli sfrattati, i disoccupati di lunga durata, i cittadini che protestano contro il degrado e la sporcizia – nei paesi della provincia,come nei quartieri del capoluogo – guardi con rinnovata fiducia e speranza. Al nostro impegno.

Tuttavia, occorre dire che anche l’impegno più appassionato e generoso, individuale e corale dei militanti, abbisogna dell’azione coordinata e tempestiva di un gruppo dirigente, di una presenza visibile, di uno sforzo di coinvolgimento e di direzione, di informazione e di mobilitazione, che quando difettano oltre misura, rischiano di creare cortocircuiti, incertezze, distanze che si possono trasformare nel tempo in disaffezione. Senza voler fare i pubblici accusatori, crediamo che si debba seriamente discutere del rapporto fra le istanze territoriali del Partito, il loro modo di porsi, di funzionare, di far circolare le informazioni e il coinvolgimento nelle decisioni. Questa Conferenza di Programma ci sta ovviamente bene,ma avremmo francamente preferito una Conferenza di Organizzazione., almeno regionale,che fornisse un quadro d’insieme delle realtà territoriali,provinciali e comunali.

Vogliamo capire se il Partito in Puglia esiste, inteso come corpo articolato ovviamente,ma politicamente e omogeneo, che pensa, elabora strategie o piani di azione, che funziona secondo dinamiche e procedure democratiche di coinvolgimento, se interagisce con le altre forze politiche e se non ritiene di dover chiamare a raccolta tutte le energie di cui dispone, dislocate su tutto il territorio, per affrontare alcune questioni di vitale importanza per le popolazioni pugliesi Che si fa carico delle difficoltà dei territori,interloquisce, interviene anche supplendo, se del caso, coordina tra realtà territoriali diverse. Se è vero che non ci è consentito molto spazio nell’informazione, specie multimediale, Il gruppo dirigente regionale, secondo solo a quello nazionale per autorità, non può pensare che la partita si chiuda così, senza che si individuino delle soluzioni con l’avallo e la collaborazione di tutti. E’ dominante la sensazione che la Dirigenza regionale sia una sorta di Ufficio di rappresentanza distaccato dal resto del Partito, che affronta questioni di carattere regionale, quasi sempre a rimorchio degli avvenimenti, intese in senso unicamente istituzionale (Vendola,La Regione), senza avere un progetto politico, un programma di iniziative politiche, il rapporto fondamentale con le organizzazioni sociali, una autonomia di proposta all’interno della politica dell’istituzione regione.Sulle questioni di una certa importanza della politica regionale,(composizione del numero del Consiglio reg.,Statuto della Regione,e altri), il Partito è sembrato a lungo esitante se non defilato,scarsamente incisivo.

Come Federazione della Provincia di Bari, non possiamo non chiederci se la Segreteria Regionale o l’Esecutivo reg., si siano mai posti il problema BARI, Città Capoluogo della Puglia, la sede della massima Istituzione di governo della regione, la Città della Fiera del Levante, di insediamenti universitari di forte esposizione nazionale e internazionale; se continui a avere un significato ed una importanza il fatto che Bari sia ancora nella memoria di molti cittadini come LA CITTA’ PIU’ SOCIALISTA D’ITALIA, oppure tutto ciò riguarda soltanto i socialisti baresi.?

Siamo convinti che, proprio perché a Bari si è consumato nel 2010 l’ennesimo “espianto di organi” al PSI, proprio da Bari, i dirigenti regionali in primis, dovrebbero sentire l’interesse di ripartire, puntando con il massimo impegno, pur con mezzi insufficienti, a riconquistare poco alla volta una realtà nella quale vi sono ancora profonde radici socialiste,e che è assolutamente strategica ad ogni ipotesi di rilancio e ricostruzione di una forza socialista riformista.in Puglia.

L’Assemblea provinciale PSI di terra di Bari ritiene, infine, che l’Assise nazionale di Fiuggi costituisce una buona occasione di dibattito e di elaborazione politico-programmatica, dalla quale scaturirà sicuramente un grado di consapevolezza in più di ogni singolo militante e di tutto il P. sull’importanza dei contenuti della battaglia socialista, contribuendo a far crescere negli italiani una grande speranza di cambiamento. Per questo è necessario che vi sia il confronto più ampio e approfondito fra tutte le voci presenti nel dibattito interno al Partito, senza limitazioni e preoccupazioni di alcun genere, accogliendo e integrando il documento della “SINISTRA SOCIALISTA”, presentato dal compagno Franco Bartolomei ed altri.

Un dibattito vero, ricco di idee e di proposte, di momenti di confronto e di sintesi, per costruire una vera unità socialista,è un’importante risorsa, è l’unica grande ricchezza di cui disponiamo In passato ci ha reso più forti, se la sapremo utilizzare e valorizzare, potremo costruire una nuova grande forza socialista..