29 gennaio 2012

NO ALLA MEGA CENTRALE

di Donato Pellegrino
Consigliere Regionale


Il parere negativo espresso, finalmente, dalla Regione alla realizzazione della megacentrale a biomasse di 37 MW nel Comune di Cavallino è l’esito più giusto che doveva avere questa vicenda.
Personalmente mi sono speso a 360 gradi per ottenerlo.
Ho sempre pensato, che questa era un’operazione scellerata avviata da soggetti, privati e pubblici, che operano sul territorio senza responsabilità, mossi solo da smisurata avidità. Questi progetti nascono esclusivamente per fare speculazione sui finanziamenti orientati alla promozione di energia da fonti rinnovabili alternative ai combustibili fossili (petrolio e gas metano).
Di fatto, paradossalmente, producono solo impoverimento dei territori africani di provenienza dei semi da cui si estrae l’olio combustibile, perché ancor meno avrebbero possibilità di coltivare piante alimentari, e dell’area di impianto della centrale, a sud di Lecce in questo caso, per l’impatto dei fumi e della serie di inquinanti prodotti dalla mega centrale.
La realizzazione di questo impianto sarebbe causa certa di soffocamento per qualsivoglia sviluppo delle comunità più prossime all’area. Senza paura di esagerare parlerei di “desertificazione”.
L’intervento ricade nel territorio comunale di Cavallino ma non cela la fitta trama di centri urbani piccoli e prossimi fra loro: pur essendo localizzato nella località “Guarini” di Cavallino, cui è evidente l’appartenenza amministrativa, è circondato ad est da Caprarica di Lecce e da Castrì di Lecce, a nord est da Lizzanello, a nord ovest da San Cesario di Lecce, ad ovest da San Donato di Lecce, tanto che quest’ultimo costituisce il centro urbano più vicino.
Ricordo che il centro abitato di San Donato di Lecce dista dall’area su cui è previsto l’impianto meno di 1 Km, e che questo comune è già gravato dall’inquinamento dell’impianto di smaltimento dei rifiuti urbani di mezza Provincia di Lecce.
Non possiamo quindi distrarci da questa vicenda.
Anzi, sentiamo l’obbligo di tutelare la salute fisica prima e le potenzialità economiche della popolazione residente. Un semplice esempio: chi avrebbe mai interesse a comprare una casa o avviare un’attività commerciale in un paese in cui i fattori inquinanti rendono quasi impossibile vivere?
Solo perseguendo uno sviluppo ecosostenibile si lavora per il benessere di tutti.