2 ottobre 2007

Contributi al dibattito - GIANVITO MASTROLEO

Qualche riflessione e proposta sulle iniziative a sostegno della
Costituente Socialista pugliese

E’ diffusa la preoccupazione che il processo in atto di “ristrutturazione” della sinistra italiana e pugliese sia rivolto più ai CANTIERI ed alla costruzione dei contenitori, piuttosto che ai contenuti di un progetto culturale teso ad assicurare, ai nuovi contenitori, i VALORI ED I PRINCIPI a cui una nuova sinistra deve ispirarsi.

Prima di occuparsi delle critiche rispetto a quello che accade negli altri “cantieri” è doveroso soffermarsi su quello che accade nel movimento socialista.

Costoro infatti hanno, con maggiore e giustificato orgoglio, rivendicato il valore dell’identità culturale che di per sé, tuttavia, non è sufficiente a rappresentare il futuro.

La consapevole necessità di costruire un progetto nuovo, infatti, non può prescindere dalla identità ma deve altresì avere la forza di interpretare le aspettative del futuro, quelle aspettative e traguardi dinamici da consegnare all’ impegno delle nuove generazioni.

Anche la Costituente socialista pugliese, se volesse nascere come mera sommatoria dei pezzi delle “organizzazioni del socialismo diviso” fallirebbe il suo compito storico.

Il processo Costituente deve tener conto, oltre che della cultura tradizionale socialista, dei germi fecondi che l’incontro di questa ha prodotto nell’intrecciarsi con la cultura liberale, laica, repubblicana, radicale nonché del variegato movimento sindacale pugliese ed italiano.

Sin dal secolo scorso, ma ancor più oggi, la sinistra italiana deve trovare la nuova strada che, nell’era del post comunismo all’indomani del crollo del muro di Berlino, non ha ancora la determinazione di intraprendere: quella del socialismo liberale, con un deciso inserimento/mantenimento, ancorché critico, nella grande famiglia del socialismo europeo.

Un grande processo politico, culturale, filosofico ed economico che coniuga la libertà dell’uomo col progresso della sua comunità. Con un motto antico, ma di grande e prorompente forza prospettica: “Libertà e Giustizia Sociale”.

La costituente socialista pugliese, in particolare, deve andare oltre i pezzi della sua storia frazionata degli ultimi 15 anni.

Deve riaprire le dinamiche rinnovatrici della evoluzione storica, politica, sociale e civile.

Partire dai valori identitari che da sempre contraddistinguono il movimento di emancipazione dell’uomo sul potere, dal movimento del potere sull’uomo e debbono innestare un processo che porti ad individuare una nuova “casa”, una nuova “visione condivisa” nella quale riconoscersi, aggiornare il patrimonio di valori e di idee e saper realizzare una nuova forma organizzativa.

La costituente socialista pugliese, deve colmare il grande vuoto dei contenuti valoriali e strategici, che un necessitato, freddo ed emergenziale processo di fusione tra DS e Margherita (tra i post comunisti ed i cattolici democratici) non ha preso nella dovuta considerazione. E deve costituire il “raccordo” tra un PD necessitato e la domanda di “sinistra”, di cambiamento che si legge nella società pugliese.

La costituente socialista deve anche riflettere sulla tipologia dell’organizzazione per far vivere questo compito, ossia la forma partito.

Il partito tradizionale, infatti, ha esaurito la sua funzione anche per il radicarsi dei partiti personali ed in genere per i processi di degrado osservati negli ultimi decenni della vita dei partiti ed ancora in atto.

Nella consapevolezza che il partito, reale terreno di confronto libero e di organizzazione democratica di uomini e donne e di generazioni, comunque rimane il luogo ideale ed imprescindibile, come peraltro sancisce l’art 49 della Costituzione democratica, in cui si incontrano e confrontano uomini e donne che condividono una idea del futuro e provano a realizzarla in “alleanza” con altri.

Senza tale “luogo” di confronto e di organizzazione avremmo il compimento della sopraffazione di un individuo o di un gruppo di interessi organizzato, che col potere di condizionamento “priverebbe”, nella sostanza, della libertà la maggioranza degli uomini e delle donne.

Così come già si sta avvertendo col degrado dei partiti, coi partiti personali ed in genere con lo scadimento delle “agenzie” democratiche nella società, con il salire dell’antipolitica e del pericoloso qualunquismo .

Né si può confondere la tecnica di comunicazione, che oggi è sempre più individuata nelle reti tecnologiche, con la funzione pedagogica della politica che in oltre due secoli ha formato la coscienza civile sino agli odierni Stati. Né si può confondere la necessità/dovere della stabilità degli esecutivi attraverso la sintesi decisionale con la funzione pedagogica e valoriale dei partiti che si priva dei suoi valori fondanti.

Il processo della costituente socialista pugliese ha il compito di rianimare quello spirito e quelle dinamiche positive che hanno da sempre rappresentato la specificità dei passaggi più fecondi del socialismo riformista pugliese.

Anche nell’attuale processo di emancipazione politico regionale, iniziato con la giunta democratica di centro sinistra, i socialisti pugliesi assicurano, con il loro contributo, il governo riformista della Regione Puglia e dei maggiori Enti locali (Province e grandi Comuni).

Un impegno che deve continuare ma che deve altresì contribuire a ricongiungere la vita delle Istituzioni con i fermenti, i bisogni ed i meriti che pulsano nella società pugliese, che chiede modernità ed insieme un maggior tasso di benessere collettivo unito alla libertà dell’individuo.

Per l’intera sinistra di governo, nella realtà contemporanea, ma per i socialisti in particolare in Puglia, si pone il problema di saper trovare lo spazio distintivo per poter parlare con la società, sapendo che le vecchie strutture di partito, sia pure per mera necessità di sopravvivenza, hanno perduto la prevalente connotazione di luoghi di elaborazione collettiva per trasformarsi in luoghi dove, di volta in volta, si organizzano solo elezioni.

Per fare questo occorre innanzitutto cercare il massimo confronto, soprattutto occorre saper trovare linguaggi, modi e contenuti che faccia ritornare la politica tra la gente.

Uno dei primi problemi, dunque, che la Costituente deve porsi è di sapere parlare alla comunità ed intercettare al suo interno rappresentanze territoriali, di singoli cittadini, stabilendo alleanze con le forme organizzate: cittadini consumatori, categorie di produttori o di fruitori di servizi, gruppi del volontariato sociale ecc., prendendo ispirazione, per il modello organizzativo nuovo da rilanciare, dai processi aggregativi che portarono alla formazione in Inghilterra del Labour Party ed in Italia al Partito socialista, prima della scissione di Livorno, cioè prima che sulla scena mondiale entrasse, con tutta la sua forza storica ma carica di violenza, il comunismo sovietico crollato nel 1989 col suo muro simbolo.

Recuperare insomma lo spirito “Costituente” che deve animare, al di là dei “cantieri”, l’impegno della Politica oggi, in Puglia e nel Paese.

Compito dei socialisti è altresì elaborare analisi e proposte che indicano soluzioni per l’oggi e processi per il futuro, rifiutando la prassi del rinvio e della chiusura in se stessi, di fronte alla complessità dei problemi.

Il gruppo di lavoro che si è costituito sin dall’inizio del processo Costituente in Puglia è consapevole che questo è il terreno naturale – forse esclusivo – sul quale deve ritenersi impegnata la “Fondazione Di Vagno”, per offrire, ai responsabili delle organizzazioni politiche, le coordinate culturali su cui costruire una proposta organizzativa ed istituzionale, in grado di dare slancio, non solo ad un partito socialista pugliese finalmente unitario, ma a tutta l’area che si richiama al grande movimento del socialismo europeo e quindi interessato, direttamente o indirettamente, al processo di Costituente Socialista.

Il Gruppo di lavoro nelle sue ultime riunioni ha messo a punto tre ordini di questioni generali sulle quali si potrebbe impegnarsi per i prossimi mesi.

DEMOCRAZIA E LIBERTA’

E’ il tema più vasto fra quelli presi in esame all’interno del quale potrebbero essere tracciati alcune aree tematiche:

a) Funzionamento delle Istituzioni democratiche in particolare Regione ed Enti locali: verifica dell’efficacia della loro azione; rapporto delle Istituzioni locali con i cittadini; forme di aggregazione della cittadinanza attiva ed iniziative per l’inclusione dei cittadini come soggetti fondamentali della politica. Federalismo e riforma della “seconda parte” della Costituzione.
b) Il vasto tema delle disuguaglianze esaminato come forma di riduzione della democrazia sostanziale
c) Verifica dei risultati di alcune riforme istituzionali a partire della legge sull’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti sino al referendum per le elezioni politiche. (analisi circa l’incidenza che queste riforme hanno avuto sulla crescita ovvero diminuzione della democrazia sostanziale; verifica del funzionamento e dell’efficacia dell’attuale assetto delle assemblee elettive (numero dei componenti e funzioni).
d) Costi di funzionamento della Politica e delle Istituzioni.
Il tema è particolarmente avvertito al punto che singolarmente alcune Regioni se lo sono posto, ma anche l’ANCI ha avviato una discussione al suo interno. La questione, tuttavia, lasciata all’iniziativa singola, assume una fisionomia corporativa, come l’auto-determinazione di ridurre le indennità del 10%, di cui non s’è accorto nessuno. Le indennità degli Amministratori debbono essere al massimo trasparenti, perché la gente è oggi convinta della necessità che il lavoro dei suoi rappresentanti sia compensato, purché nel giusto.

Su questo tema, con riferimento alla Puglia andrebbero affrontati:

1°) regime di pubblicità delle indennità complessivamente a qualsiasi titolo riscosse dagli amministratori regionali, locali, delle aziende e degli istituti pubblici anche economici operanti in regione;

2°) il regime di finanziamento della politica attraverso i rimborsi ai partiti in base ai risultati elettorali, assicurandosi sistemo di controllo pubblico;

3°) l’ammontare del finanziamento assicurato ai Gruppi consiliari (Regione, Comuni capoluogo e Province).

e) I Costi della Politica nazionale.

f) Il condizionamento dei mass media nella libera formazione della opinione;

g) La Laicità dello Stato intesa come rapporto tra la libertà del cittadino e lo Stato e non solo in relazione alle fedi religiose; pur nella consapevolezza che “l’alleanza e collaborazione fra credenti e non credenti” (Vacca) pone la necessità dell’interdipendenza delle sfide e quindi la netta distinzione fra i compiti dello Stato e quelli della Religione (qualunque religione, non solo quella cattolica). Perché lo Stato ha i dovere di attuare la “convivialità delle differenze” (Mons. Bello) e preservarsi dai fondamentalismi. Sia in relazione alla fede, come al sesso, alla cultura, alle origini, al ceto sociale.

In proposito sarebbe necessaria una verifica dell’attuazione del disegno Costituzionale secondo la visione dello stesso Giorgio La Pira e di Aldo Moro nel dibattito generale per sul progetto di Costituzione che si svolse 11 marzo 1947 : laddove per il primo “nessun diritto può derivare da una professione di fede (qualunque essa sia) e che lo stato ha il solo compito di rispettare il credente mentre per il secondo uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo … se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge … “
Nessuna indulgenza su forme di anacronistico laicismo ma nessuna disponibilità a piegare alle esigenze della mediazione fra partiti i valori essenziali che attengono alla natura dello Stato democratico.

LAVORO E SICUREZZA

Una riflessione di componenti della Sinistra non può non affrontare tutta la tematica inerente la precarietà del lavoro connessa al rilancio del tema della produzione, della sua qualità, dell’impatto con l’ambiente, con la necessità del benessere collettivo.

Per il nostro lavoro i temi di particolare interesse potrebbero essere.

• La “sicurezza” sul posto di lavoro; il lavoro nero; efficacia dei sistemi di controllo, soprattutto di fronte all’acuirsi del fenomeno delle “morti bianche” che è aumentato significativamente negli ultimi mesi;

• il “lavoro” nella Pubblica amministrazione: migliore qualità, inserimento del valore dei meriti; maggiore produttività e forme di verifica dell’efficienza anche con sistemi di “controllo sociale” della produttività;

• la strategia industriale in Puglia, collegata con l’ambiente.

• La ricerca, l’università, la scuola pubblica.

Sono temi rispetto ai quali occorre elaborare soluzioni condivise da offrire in particolare alle componenti sindacali ma anche agli organi di governo.

ORGANIZZAZIONE DELLA POLITICA – FORMA PARTITO-

Partiamo dalla considerazione che la forma tradizionale del partito deve ritenersi superata.

E’ un dato rilevato: i cittadini non percepiscono più i partiti come rappresentativi e risolutori dei loro bisogni e sono portati a disconoscere i partiti, anche a causa delle profonde trasformazioni effettuate in questi anni.

La concezione del partito, come si è progressivamente consolidata negli ultimi anni, a partire dal 1994 in poi, ha delegittimato i partiti presso l’opinione pubblica, anzi ha prodotto guasti gravi allo stesso sistema della politica.

L’insediamento di vere e proprio oligarchie, quasi sempre autoreferenziali ed inamovibili ha portato per un verso alla sclerotizzazione del sistema di rappresentanza politica e dall’altro alla proliferazione delle Liste civiche nelle amministrazioni locali.

Il “bipolarismo” per fini elettorali, i sempre più frequenti cambi di schieramento dei singoli esponenti, il contesto antidemocratico dei partiti, la considerazione della sigla di partito come una sorta di franchaising del quale ci si può liberare in relazione al maggiore o minore soddisfacimento dell’interesse personale.

Sono fenomeni da comprendere più che semplicemente da condannare, soprattutto per individuare forme e regole per evitare il loro perpetuarsi e l’affermarsi definitivo dell’antipolitica, facile terreno per demagoghi illiberali.

E tuttavia non si può prescindere dal continuare a considerare che il partito è il più significativo luogo della elaborazione del progetto politico e della sintesi degli interessi, anche di quelli particolari.

 Partito tradizionale o partito leggero, all’americana?
 Valore e modo di espressione della militanza;
 Modi di manifestazione del consenso e di concorso alla elaborazione dei progetti;
 Network delle idee, nella società tecnologica e della comunicazione di massa;

Sono i temi più importanti e più significativi per la riflessione.

Conversano 10 giugno 2007

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