24 novembre 2007

CAPIRE QUEL CHE SUCCEDE ...DA INTERLOCUTORI - di Gianvito Mastroleo

Le disinvolte acrobazie in atto a destra, ma anche nei pressi del Partito Democratico imporrebbero quella parola chiara e forte da parte dei socialisti che finora non c’è stata.
E non credo solo per la congiura del silenzio messa in atto da tutti i mezzi di comunicazione.
Credo che sui frastornanti accadimenti quel che pensa il partito non solo non è chiaro ma più semplicemente non è stato reso noto.
E quel che è accaduto in pochi giorni, se non in poche ore, non è poco.
Si è sciolto un partito di grande dimensioni per trasfigurarsi in un altro: e non su un predellino di Piazza San Babila, ma dopo una maturazione zeppa di furbizie.
Non a caso:
Gianni Letta in questi giorni ha portato nelle librerie le sue idee sui rapporti tra forze politiche contrapposte nel Parlamento e nel paese, seppellendo per sempre (si spera!) la cultura dell’amico-nemico che il Cavaliere ha continuato a praticare;
che solo il giorno dopo dell’adunata sambabilina il Cardinale Segretario di Stato (questo si badi, non il Presidente della CEI) abbia ricevuto Berlusconi a cena in Vaticano: incontri che, si sa, non si improvvisano;
a qualche ora di distanza come per incanto s’invera il dialogo tra Veltroni e Berlusconi su un’ipotesi di legge elettorale verso i cui contenuti c’è ulteriore improvvisa riconversione: sembra ieri che Veltroni finanche all’indomani della sua elezione avesse dichiarato la sua contrarietà verso il sistema tedesco che oggi accetta con qualche correzione, mentre, fino a non più di tre settimane addietro veniva ripetuto stancamente l’anatema berlusconiano contro “i comunisti”.
Non so se sia un bene o un male che queste grandi trasformazioni accadano (o almeno così appare) nel breve volgere di giorni: quel che preoccupa è che da questi processi il Partito socialista appare estraneo, come interlocutore ma finanche come osservatore.
Di più: leggo sulla new letter di oggi (22.10) un commento contraddittorio a proposito della visita di Veltroni alla riunione del PSE.
Gavino Angius denuncia che il PD continua imperterrito nel rifiuto dell’adesione al PSE e – credo - a ragione, stando alle dichiarazioni dei più oltranzisti ex margherita, Castagnetti e Fioroni in testa. Ugo Intini, invece, che del board di comando del PSE è membro autorevole, esprime ottimismo ed auspici di segno e senso del tutto diversi.
Che vuol dire tutto ciò? C’è qualcuno che ce lo spiegherà? Ma quando?
In Puglia il 3 dicembre si svolgerà la Costituente Day: fu una buona idea, speriamo che lo svolgimento vada un po’ oltre enunciazioni e proponimenti generici, che ormai di per sé non bastano più.
L’auspicio è che anche dalla Puglia emergano idee, sollecitazioni e stimoli che , attraverso i dirigenti nazionali che parteciperanno alle nostre assemblee di federazione, possano presto giungere alla Segreteria nazionale.
Ma noi pugliesi dobbiamo cogliere anche l’occasione per dire la parola fine su una questione che non è marginale se vogliamo davvero dare vita al nuovo Partito regionale, autonomo, forte ed autorevole e per avviare una fase nuova – fino ad ora del tutto inesistente – di partecipazione dei compagni alle scelte che i socialisti debbono compiere nelle sedi istituzionali: una nuova sede per un nuovo Partito.
La questione non è di poca importanza: a quei compagni che la ritengono pre-condizione per proseguire nel loro impegno è impossibile dar torto.
Non credo proprio sia difficile mettere assieme le risorse per questa operazione.
Quando si è voluto, forse giustamente, che il nuovo Partito fosse incentrato sul ruolo dei Consiglieri regionali ciascuno ha pensato alle elezioni del 2010 ed alla ricandidatura dei più: ma, cuius commoda eius incommoda, come recita un vecchio brocardo.
I Consiglieri regionali, che ricevono un’indennità di tutto rispetto, possono anzi debbono farsi carico di quelle poche centinaia di euro mensili necessari per la bisogna, in un Partito dove, ahinoi!, non vige ancora la regola di destinargli una quota significativa dell’indennità.
Anche se non ci sono solo loro: c’è un Parlamentare che tuttavia ha manifestato ampia disponibilità.
Ci sono Assessori provinciali e comunali, Incaricati di pubbliche funzioni per designazione solo del Partito, ognuno con indennità da varie migliaia di euro mensili: tutti dovrebbero comprendere che una sede regionale è il salvacondotto più sicuro per realizzare un Partito forte e robusto, un Partito che abbia un ruolo nella società pugliese e dal quale dipende anche il destino personale di ciascuno.
Ma, soprattutto, per dare ai giovani un luogo per elaborare idee, per sprigionare la passione di cui abbiamo bisogno come l’ossigeno.
Si mettano dunque al bando riserve e tentennamenti: si metta in campo il senso della responsabilità individuale per realizzare l’impegno collettivo.
Prepariamoci, dunque, con questo spirito alla Costituente Day, e sopratutto all’impegno nel territorio, sapendo che solo una semina buona e tempestiva genera un buon raccolto.
E l’autunno è la stagione della semina!

2 commenti:

  1. Condivido l'articolo di Gianvito al cento per cento. Propongo di sottoscriverlo in massa (soprattutto da parte dei giovani). Le questioni poste sono basilari per la stessa sopravvivenza di una posizione autonoma e socialista in Puglia come in Italia.
    Claudio Novembre

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  2. Condivido l'articolo di Gianvito....però, a tutto questo, bisogna aggiungere una condizione fondamentale: secondo me nel nuovo Partito Socialista non si devono avere cumuli di cariche, sia per evitare vuoti generazionali, per dare spazio a tutti e sia per svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo.
    Giacomo Mileti

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