22 aprile 2008

ANALISI RETROSPETTIVA DELLE ELEZIONI POLITICHE 2008

Personalmente ritengo che queste ultime elezioni politiche passeranno alla storia come le seconde più importanti nella storia della Repubblica, naturalmente dopo quelle del 2 Giugno 1946, per aver radicalmente cambiato lo scenario politico nazionale.

Sono avvenuti infatti eventi così rilevanti da non avere precedenti: primo fra tutti la totale assenza dalle Camere delle forze di Sinistra, non potendo assolutamente considerare il Pd come tale, che da oltre un centenario avevano sempre potuto contare su una folta rappresentanza Parlamentare. E contestualmente l’assenza dal Parlamento anche delle forze di destra, considerando che il Pdl vi ha poco a che fare.

C’è quindi un Parlamento monocolore democristiano, cosa mai successa neanche ai tempi della Dc, per buona pace delle gerarchie ecclesiastiche che in questa legislatura non avranno bisogno di far bocciare i vari Dico, Pacs, etc visto che non ci sarà proprio nessuno a proporli! Se la base della democrazia è la presenza di forze politiche eterogenee ci troviamo quindi di fronte ad un decifit democratico considerando che i pochi partiti che hanno superato il 4% provengono dalla stessa matrice culturale ed hanno programmi talmente simili da sembrare fotocopiati.

Detto questo passo ad analizzare le cause della debacle dei Partiti di Sinistra. Ci sono stati una serie di eventi che collegati tra loro hanno portato a questo risultato: innanzitutto la discriminazione nell’informazione che si occupava quasi esclusivamente dei due partiti maggiori a scapito di tutti gli altri e in particolar modo dei Socialisti. A questo va aggiunta la martellante campagna per il voto utile abilmente portata avanti per indurre la gente a non “sprecare il voto” per i piccoli partiti anche a costo di votare l’avversario ed infine l’uso politico dei sondaggi.

Ma ancora non basta, non si può ridurre solo a questo la sconfitta. C’è stato un “sottile” errore di calcolo politico che ha portato a credere che da soli si potessero avere maggiori possibilità di vittoria, e questo a cominciare da Veltroni che con il suo atteggiamento ha spaccato l’Unione e consegnato il Paese nelle mani del Cavaliere per chissà quanti anni.

Queste elezioni erano un dentro o fuori, un appuntamento con la storia a cui non si doveva fallire, ed invece di unire le forze per riuscire nell’impresa il Partito Socialista e la Sinistra Arcobaleno hanno pensato di ottenere di più dividendosi; bisognava fare come nel ’46, un fronte comune per fronteggiare a testa alta gli avversari, rimanendo fieri della propria cultura. Ed invece no con le conseguenze che conosciamo.

C’è stata una campagna elettorale troppo incentrata sulla storia e troppo poco sulle proposte concrete da esporre ai cittadini, perché la gente non vive solo di laicità o di diritti civili ma ha bisogno anche di soluzioni concrete per i problemi quotidiani.

Ma adesso l’importante è non perdere di vista la meta perché se la Sinistra non raggiunge finalmente la via dell’unità e non si rinnova nei contenuti rischia di rimanere per sempre fuori dal Parlamento schiacciata da questo bipartitismo coatto. In cinque anni bisogna trasformare la Caporetto della Sinistra in una Vittorio Veneto riprendendo contatto con la società e con le classi che generalmente sono state il suo tacco duro, perché è questo il vero problema, aver perso il potere di rappresentanza delle classi lavoratrici con la conseguenza che ad esempio nel nord Italia i voti degli operai sono finiti direttamente dalla Sinistra alla Lega, che ha dato l’impressione di poter tutelare maggiormente gli interessi di quel territorio.

Se questo processo non avverrà e ci limiteremo solamente a sostituire gli attuali leader senza cambiare la linea politica si rischia di andare in contro alla progressiva ed inarrestabile estinzione della Sinistra Italiana.

Savino Alberto Rucci

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