23 novembre 2009

In risposta alla lettera del Presidente della Fondazione "Di Vagno".

Condivido in pieno le considerazioni di Gianvito Mastroleo soprattutto quando, riportando anche il pensiero di Rino Formica parla di socialismo come cultura politica “tuttora non superata”. Mai considerazione, a mio parere, è stata più vera visto che al momento nessuna coalizione politica, partitica o di movimento, è stata in grado di colmare il divario, ormai ritengo incommensurabile, tra i bisogni e le istanze dei cittadini ed il mondo sempre più distante della politica.
Ritengo, dunque, che la “mission” del Partito Socialista non sia ancora conclusa e forse, fino a che albergheranno il bisogno, l’ingiustizia, la disoccupazione, l’omofobia, il razzismo il socialismo continuerà ad esistere.
Lo leggeremo negli occhi di un bambino che chiede l’elemosina all’angolo di una strada, in quelli di un padre di famiglia che non sa più come andare avanti, negli occhi di chi non vede futuro per se e per i suoi figli o nello sguardo di chi giorno dopo giorno sente calpestare i suoi diritti, perché la meritocrazia non esiste più.
Qual è allora il compito dei socialisti? Mastroleo ha ragione quando dice che dobbiamo riappropriarci della nostra storia e che la ricetta di oggi non può che essere la passione ed il metodo di lavoro che hanno contraddistinto l’operato dei Pietro Nenni, Di Vagno , Lombardi, Pertini, lo stesso Tommaso Fiore e di molti altri ancora. Questo non vuol certo dire vivere di “amarcord”; significa soltanto rimboccarsi le maniche e ricominciare dal principio. Solo così potremo riuscire a trasferire ai nostri giovani non gli ideali socialisti –perché quelli sono insiti nell’uomo- ma insegnare loro a saperli riconoscere.


Antonella Daloiso (Esecutivo Provinciale PSI Bari)