16 marzo 2010

POST SCRIPTUM ……


di Gianvito Mastroleo

La nota di ieri merita un «post scriptum» dopo il «duello» Vendola – D’Alema di ieri sera (Kursaal Santa Lucia): un incontro di altissimo profilo politico, anche se non privo di qualche piccola furberia che non ha affatto influito sui contenuti e sulle speranze per il futuro, rispetto al quale si auspica che i due facciano ciò che hanno promesso, ma che non hanno fatto in questi cinque anni: sentirsi.
Saranno stati sinceri nell’affermarlo, dopo aver preso atto del rischio che la sinistra ha corso per non averlo fatto?
I due leader hanno riempito di politica il mare prosciugato dal berlusconismo, e hanno confermato la reciproca statura: D’Alema con la sua capacità di collegare il Paese, con tutti i suoi guai, alla sua governance; Vendola, con il suo forte radicamento nella società e la appassionata capacità di rapportarla alla Politica.
Entrambi con una concreta consapevolezza delle difficoltà, ma con un’alta visione delle attese e delle speranze della Regione Puglia e del Mezzogiorno.
Come sempre, ciò che serve: freddo D’Alema; traboccante di passione, ma non di retorica, Vendola, al quale non si può fare a meno di dare, tuttavia, atto d’aver richiamato il ruolo di Craxi e, ancora una volta, di aver messo i giusti confini al giustizialismo di marca dipietrista.
Del che un piccolo merito va alla Fondazione Di Vagno per averlo coinvolto con una Relazione nel Convegno del 29 gennaio scorso.
Ma la ragione di questa nota è un’altra: finalmente si è sentito da Vendola un pensiero diverso sui Partiti.
Alla domanda del Giornalista che l’interroga sugli errori del quinquennio passato Vendola ha risposto in modo in-equivoco e netto: non avere avuto la capacità di rapportarsi ai Partiti del centro sinistra e aver privilegiato il popolo della Puglia, quello che lui ha ritenuto, non a ragione, come suo partito .
Naturalmente, ha assunto l’impegno di correggere la rotta, con un più stretto collegamento ai partiti e alle forme organizzate della società, e una maggiore condivisione (ha detto proprio così!) delle decisioni.
E’ quello che qualcuno di noi aveva voglia di ascoltare, più che leggere di partiti «crepati», o della contrapposizione anti-politica al populismo berlusconiano: naturalmente resta l’auspicio della traduzione in prassi di governo che quel che si è detto.
Intanto, compagni, s’incrocino le dita: in Francia il Partito socialista, dopo la crisi che poteva far pensare al suo tramonto, rimonta.
In vista delle prossime elezioni regionali, un buon rianimante anche per i socialisti italiani: che in queste elezioni regionali sono presenti con il loro simbolo in ben sette regioni, ma non in Puglia, e che, si spera, riprenderanno a ragionare sul loro futuro subito il 29 marzo, con l’ormai ineludibile Congresso Nazionale.