27 agosto 2010

Fallacara: da Introna a Fiore le proposte del centrosinistra trigganese

L’invito a prendere in esame le proposte del centrosinistra di Triggiano sul futuro dell’ospedale Fallacara è rivolto dal presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna in una nota inviata all’assessore alla sanità Tommaso Fiore. Un documento, condiviso dalla maggioranza consiliare in Comune, su iniziativa della componente PSI-SEL, contiene osservazioni sulla situazione e sulle prospettive della struttura sanitaria ed avanza proposte articolate, fa notare Introna, nel sottoporlo all’attenzione dell’assessore.Tra l’altro, l’iniziativa triggianese sollecita il ripristino delle degenze a ciclo continuo di chirurgia generale (per trasferimento di una ‘chirurgia’ al Di Venere) e ortopedia (una unità dal San Paolo), oltre al rafforzamento di oculistica, come specialità intermedia. Sono scelte che renderebbero il Fallacara nuovamente autonomo, riqualificandolo come ospedale di livello intermedio e con un incremento dei costi solo parziale, dovendo solo integrare la dotazione organica, dato che le attività sono già svolte a Triggiano in day surgery.Tra medicina interna, chirurgia e ortopedia-trumatologia i posti letto da impegnare sarebbero 72, (24 per unità operativa). Altri 15 andrebbero rispettivamente a geriatria, pneumologia e psichiatria, per un complesso di 75 posti letto, considerati i 20 delle malattie infettive e i 10 di oculistica.Ulteriori indicazioni puntano ad integrare il nosocomio nella rete ospedaliera dell’area barese.Vanno respinte, secondo i firmatari del documento, le previsioni dell’ipotesi di Pal e di un recente atto aziendale (30 luglio 2010), che “mortificano l’ospedale di Triggiano”, col trasferimento di pneumologia al Di Venere, la soppressione dei day surgery di ortopedia, chirurgia, ostetricia e oftalmologia e il declassamento di medicina d’urgenza, geriatria, medicina interna, laboratorio di analisi e radiodiagnostica.A questo, “si aggiunge la prospettiva di ulteriori tagli, con la riduzione di altri 40 posti letto, che di fatto si traduce nella volontà di chiudere l’ospedale, come previsto nel piano di rientro e riqualificazione in fase di adozione”.